Joan Laporta, in una lunga intervista a RAC1, è tornato a parlare del doloroso addio nell'estate scorsa di Leo Messi, rivelando una speranza mai realizzatasi. “Lui aveva voglia di restare dove è cresciuto, ma so anche che aveva tanta pressione addosso e che gli arrivavano offerte - ha detto il presidente del Barcellona -. Sapeva che, se non fosse rimasto, sarebbe andato al PSG. Ho sperato fino all’ultimo minuto che volesse restare gratis con noi".
"La Liga l'avrebbe accettato - ha aggiunto Laporta - ma non potevamo chiederlo a un giocatore del suo livello. Ci ho sperato perché lo conosco, ho aiutato molto la sua famiglia. Sapeva che nel momento in cui la situazione finanziaria fosse migliorata sarebbe stato ricambiato".
La domanda del perché Messi non abbia accettato di giocare gratis per il club della sua vita se la sono posta in molti dopo la conferenza stampa e le lacrime di addio. La risposta è che sarebbe stato legalmente impossibile, perché le leggi spagnole sui contratti impongono che il rinnovo di un contratto non possa avere una retribuzione inferiore al 50% del contratto precedente.
Nel corso dell'intervista, il massimo dirigente catalano ribadisce che il club sarebbe fallito se avesse rinnovato con la Pulce. "C’era un problema legato al fair-play finanziario e dunque non esistevano margini di trattativa: un eventuale investimento su Leo Messi metteva a rischio il futuro del Barcellona. Prima viene il club, che è al di sopra di Messi e dei presidenti. Non sono arrabbiato con lui, ma c’è stato un momento in cui eravamo entrambi delusi".