FORMULA 1

Mercedes superfavorita nel GP degli USA: Hamilton punta al controsorpasso

Il Mondiale fa tappa in Texas per il diciassettesimo appuntamento di una stagione dall'equilibrio pressoché perfetto.

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Nel 2019 gli ha regalato il sesto titolo iridato ma quest'anno per Lewis Hamilton il Circuit of the Americas di Austin sarà solo l'ennesima tappa di un duello per il titolo con Max Verstappen verosimilmente destinato ad arrivare fino alla resa dei conti "natalizia" di Abu Dhabi. A meno che non intervenga un imprevisto - temutissimo da parte di entrambi gli "schieramenti" - in grado di spezzare l'attuale e sostanziale equilibrio.

Tutti ne parlano, tutti lo temono: è l'imprevisto in grado di dare ad Hamilton o Verstappen un vantaggio consistente nella classifica generale. Un passaggio a vuoto che regali al diretto avversario un allungo in classifica difficilmente recuperabile ed a quel punto "solo" da gestire. Una sorta di colpo del ko. Non stiamo infatti parlando di una penalizzazione sullo schieramento come quelle scontate da Verstappen a Sochi per cambio dell'intera power unit e da Hamilton ad Istanbul per sostituzione del motore endotermico. Pratiche che l'olandese ed il Re Nero (ma soprattutto il primo, che non a casa guida ora la classifica generale con sei punti di vantaggio) hanno più o meno agevolmente sbrigato, destreggiandosi in un lotto di avversari sprovvisti di RB16B o di una Freccia Nera. Insomma, un inconveniente meccanico o un contatto in gara, qualcosa che Red Bull e Mercedes a questo punto della stagione vedono come la peste, anzi come un'arma letale per le rispettive chances.

I favori iniziali del pronostico stanno tutti nel campo Mercedes: la Casa di Stoccada si è aggiudicata sei delle ultime otto edizioni del GP degli USA che - nel suo ciclo recente post Indianapolis - ha avuto per teatro il COTA texano e si è quasi perfettamente sovrapposto al ciclo (ibrido e vincente) della Mercedes stessa. Cinque vittorie, quattro delle quali consecutive (dal 2014 al 2017) con Lewis Hamilton ed una con Valtteri Bottas due anni fa, edizione più recente della corsa , quando Hamilton mise sotto chiave il suo titolo numero sei completando la doppietta Mercedes chiudendo secondo davanti... a Verstappen. Nell'albo d'oro del GP degli USA tra l'altro il Re Nero vanta uno score eccezionale:  sei successi, essendosi Lewis aggiudicato anche l'ultima edizione del GP a stelle e strisce andata in scena ad Indianapolis nel 2007 e quella inaugurale in Texas nel 2012, idealmente facendo da anello di congiunzione tra la storia moderna e quella contemporanea della prova e molto significativamente nella sua prima stagione al volante della McLaren-Mercedes (peraltro quella del suo esordio nel Mondiale) ed in quella conclusiva. Nove anni fa tra l'altro Hamilton firmò al volante della McLaren una delle tre sole edizioni della gara texana sfuggita alla Mercedes. Sarebbe appunto successo ancora solo l'anno seguente (vittoria di Sebastian Vettel con la Red Bull-Renault) e più recentemente nel 2018 con Kimi Raikkonen al volante della Ferrari SF71H, in occasione della ventunesima ed a tutt'oggi più "recente" vittoria in Formula Uno del finlandese ("fresco" dei suoi quarantadue anni appena compiuti) che tra sei GP saluterà il Mondiale...

Per quanto riguarda la Ferrari di oggi, Charles Leclerc può vantare due partecipazioni ad GP degli USA (un ritiro con la Sauber nel 2018, un quarto posto con la Rossa nel 2019) mentre Carlos Sainz ha uno score come minimo molto promettente. Dal 2015 al 2017 il madrileno si è piazzato settimo, sesto e di nuovo settimo con la Toro Rosso, poi ancora una volta settimo con la Renault (2018) ed ottavo con la McLaren due anni fa. Certo, le chances ferrariste per questo weekend difficilmente si spingono fino ad una sfida ruota a ruota con Mercedes o Red Bull. I fasti del GP USA "Indy Edition" (sei vittorie su otto con Schumacher e Barrichello tra il 2000 ed il 2007) restano per ora... di là da venire.