CORTE APPELLO FIGC

Lazio, sentenza della Corte Federale sul caso tamponi: due mesi di inibizione a Lotito

In secondo grado il presidente biancoceleste era stato inibito 12 mesi, cinque mesi ai medici Rodia e Pulcini. La Procura Figc valuta il ricorso

Due mesi di inibizione a Claudio Lotito, cinque mesi ai medici della Lazio, Rodia e Pulcini, e 50 mila euro di multa alla società: è questa la sentenza della Corte d'Appello federale della Figc, nel processo per il caso delle presunte violazioni del protocolli Covid. Il processo bis in corte federale si è svolto dopo il rinvio del Collegio di garanzia del Coni, Lotito con questa sanzione non decadrà da consigliere federale.

Nuova valutazione della Corte federale d'appello della Figc, dunque, nei confronti del presidente della Lazio Claudio Lotito e dei medici della società biancoceleste Ivo Pulcini e Fabio Rodia in merito al procedimento sulla mancata segnalazione dei casi Covid alle Asl e il mancato isolamento dei soggetti e l'impiego di un calciatore trovato positivo in uno dei controlli.

Il presidente della Lazio era stato squalificato in primo grado: sette mesi di inibizione decisi dal Tribunale federale. La situazione si era poi ribaltata in secondo grado con i 12 mesi decisi dalla Corte d'Appello Federale, sanzione che avrebbe fatto scattare l'automatica decadenza dal consiglio federale in cui è stato eletto in quota Lega A. Da lì il ricorso della Lazio al Collegio di garanzia del Coni che aveva chiesto una nuova valutazione alla Corte Federale.

PULCINI: "VITTORIA VICINA, VOGLIO PIENA ASSOLUZIONE"
"Una vittoria? È vicina, noi puntiamo alla totale cancellazione perché non esiste nessun reato. Mi ritengo molto soddisfatto partiamo da una causa pesante grave che non esiste. La mia mira e' l'assoluzione completa perché so di aver fatto il mio dovere da medico. Non c'è stata nessuna disposizione della Asl che mi diceva di tenere Immobile fermo. Un medico non può essere delegittimato da un tampone, è una follia". Così Ivo Pulcini, medico della Lazio, in merito al caso tamponi dopo che la corte federale di appello della Figc gli ha sanzionato una squalifica di cinque mesi. "Il ricorso al Collegio di garanzia per me è necessario perché voglio l'assoluzione, ho fatto il mio dovere e voglio che venga riconosciuto. Io sono abituato a lottare fino alla fine. Ho sempre avuto il rispetto della Procura e dei ruoli. Voglio che venga legittimato il mio ruolo di medico", ha aggiunto. "Da questa vicenda ne ricavo che c'è stata tanta confusione. Esiste il malato ma non la malattia. Il protocollo o un tampone non può sostituire il medico", ha concluso.

IL COMUNICATO FIGC
"La corte presieduta da Marco Lipari, chiamata dal Collegio di Garanzia del Coni ad effettuare una nuova valutazione della misura della sanzione sul 'caso tamponi' legato alla Lazio, ha parzialmente accolto i reclami proposti dal presidente del club, Claudio Lotito, dai medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia e dalla S.S. Lazio, determinando la sanzione in 2 mesi di inibizione per Lotito e in 5 mesi di inibizione per Pulcini e Rodia. La società biancoceleste è stata sanzionata con 50mila euro di ammenda". 

PROCURA FIGC: "SCONCERTO PER PENA INCONGRUA IN ERA COVID"
La Procura federale della Figc - apprende l'ANSA - attenderà le motivazioni della Corte di appello federale per decidere se proporre ricorso al Collegio di Garanzia, dopo la sentenza che ha inflitto due mesi di inibizione al presidente della Lazio, Claudio Lotito, per il caso tamponi. Fonti vicine alla Procura però non nascondono "sconcerto per l'irrogazione di sanzioni incongrue e prive di afflittività a fronte di violazioni gravi dei protocolli anti-Covid consumate in uno dei periodi più difficili di pandemia nel nostro Paese"

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