S’interrompe il filotto del Napoli e s’interrompe anche il filottino della Juventus. Ma ovviamente il risultato di San Siro è un telepass per le due di testa che vedono accrescere il loro vantaggio sulle inseguitrici. Inter e Juventus hanno messo in mostra pregi e difetti e rispettivi rammarichi. I bianconeri, nonostante il buon secondo tempo, giocato con maggiore intensità, hanno attualmente serie difficoltà a creare grattacapi ai portieri avversari. E contro l’Inter hanno tirato verso la rete solo in occasione del gol su rigore di Dybala. I nerazzurri, invece, sembrano non reggere contro le cosiddette grandi fino al novantesimo.
A prescindere dal pari subito in prossimità dello scadere, la squadra di Inzaghi non ha replicato l’ottimo primo tempo, come già era accaduto contro il Real Madrid e otto giorni prima all'Olimpico contro la Lazio. Per scelta tattica o per l’esservi stata costretta? L’amletico dubbio sopravviverà fino al prossimo big match. Dicevo dei rammarichi: la Juventus rimugina sull’aver preso gol in inferiorità numerica (ma per colpa sua). L’Inter sul mancato raddoppio quando Dzeko non si era accorto di aver a fianco il liberissimo Brozovic; e sull’intempestivo e banale intervento decisivo di Dumfries che ha indotto il Var a optare per la concessione del calcio di rigore. Due squadre quindi ancora imperfette, come dice la classifica che vede appaiate al comando Napoli e Milan, come ai bei tempi che furono. Entrambe con gli stessi punti , 8 vittorie e un pari, ma con una sottile differenza. La squadra di Spalletti si è già messa alle spalle due crash-test di spessore, quella di Pioli soltanto uno.
Il Napoli può pensare in grande in virtù di un già collaudatissimo impianto di gioco, il Milan per il modo strampalato in cui ha ottenuto gli ultimi risultati, che possono essere interpretati come segnali favorevoli nella corsa per il titolo. La squadra di Spalletti ha mostrato anche all’Olimpico di essere degnissima del primato, per quanto mostrato contro una Roma brava a lasciarsi alle spalle le scorie dell’1-6 norvegese. Il tutto in una partita intensa, spigolosa, in cui i due attaccanti Abraham e Osimhen hanno finito per essere più duri, rudi e fallosi dei loro marcatori e tenuta in pugno dall'arbitro Massa, che ha lasciato correre le inezie e i falletti sui quali spesso inciampano molti suoi colleghi. In campo, ma anche dalla sala Var.
Ci lasciamo alle spalle una giornata impreziosita dalle performance di giovani bomber e mi riferisco a Giovanni Simeone e a Dusan Vlahovic. Il Cholito ha rifilato 4 gol al "Sarrismo", per un totale di 7 in due partite (ricordando anche i 3 di Fiorentina-Napoli del 2018). Il serbo si è riconciliato con la curva con una magica punizione, con un assist e con un rigore lasciato battere al capitano Biraghi.
I beneficiari del pomeriggio di un giorno di gloria dei due bomber sono state le rispettive squadre. La Fiorentina è quinta con Juventus e Atalanta. Il Verona, da quando sulla sua panchina si è seduto Tudor, viaggia a una media realizzativa impressionante: più di tre gol a partita. Chapeau!