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Call of Duty Vanguard: salvare il mondo riscrivendo la seconda Guerra Mondiale

Il nuovo sparatutto di Sledgehammer e Activision confida sull'immensità del multiplayer lasciando qualche dubbio in modalità campagna

E se l'esercito nazista avesse un'arma segreta in grado di modificare le sorti della Seconda Guerra Mondiale che solo un gruppo ristretto di alleati è in grado di scovare ed annientare per salvare il mondo intero? È da questa premessa che parte la campagna di Call of Duty: Vanguard, ultima fatica di Sledgehammer che abbiamo provato su Playstation 4 (ma dal 5 novembre è disponibile anche per PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e PC Windows). Lo sparatutto di Activision torna dunque alle ambientazioni della WW2 in questo nuovo capitolo che va in scia ai vari Modern Warfare o Black Ops, anche se - come spesso accade con CoD - si finisce per concentrarsi soprattutto sul multiplayer, un'abitudine che non fa eccezione per questo Vanguard anche perché la campagna in singolo ha una durata non esagerata.

I nove capitoli proiettano il giocatore nel 1945, dove la Task Force I - parallelamente allo scontro bellico - è impegnata nella ricerca del progetto Phoenix, l'arma che l'esercito nazista nasconde e protegge per usarla e conquistare il mondo. Tra Amburgo, Normandia, isole Midway e altre ambientazioni devastate da proiettili e armi da fuoco, prenderemo i panni di differenti personaggi, provando una sorta di diversificazione tra abilità speciali (vera novità del titolo) ed equipaggiamenti, approfondendo tra l'altro il loro passato grazie ad alcuni flashback. Il motore grafico resta lo stesso e con lui la buona resa che si accompagna a cinematic quasi sempre di qualità, si soffre di qualche calo di fps solo nelle fasi più concitate.

La storia prosegue in modo tutto sommato lineare  - a meno di provare l'adrenalinica modalità Zombi - tra eventi realmente accaduti e altri palesemente romanzati ai fini della trama, in mezzo circa sei ore di combattimento ai nemici sulla scia del consueto gameplay e combat system a cui Call of Duty ci ha abituato. Peccato che alla fine questa fantomatica arma Phoenix non si vedrà mai, né si capirà esattamente cosa sia se non una scintilla per dare il pretesto di raccontare l'intera storia del gioco.

Passata una campagna sostanzialmente priva di sbavature e sempre godibile, ci si immerge nelle altre modalità di gioco, già corpose al momento del lancio. Death Match a squadre, Cerca e Distruggi, Uccisione Confermata, Postazione, Tutti contro Tutti più le novità Collina dei Campioni (otto squadre combattono in quattro tipi di arena cercando di togliere le 12 o 18 vite a disposizione degli avversari) e Pattuglia (la contesa di un'area sempre in movimento da parte delle due squadre).

Come sempre dinamismo, concentrazione, frenesia e azione senza fiato la fanno da padrone, non c'è tempo per gioire di una kill che si rischia di essere eliminati da un avversario. Le 20 mappe giocabili in multiplayer sono la classica ciliegina sulla torta che impreziosiscono un titolo alquanto completo e versatile.

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