In una giornata che si apre con la sfida tra il maestro e l'allievo, Gasperini e Thiago Motta, e che può dare una spinta concreta alla marcia verso un posto in Champions dell'Atalanta, gli incroci più suggestivi sono quelli tra Sarri e Allegri e tra Pioli e una squadra e una città a cui è rimasto particolarmente legato. Lazio-Juventus chiarirà le reali ambizioni dei biancocelesti e assomiglia alla classica ultima spiaggia per i bianconeri, mentre il Milan, a Firenze, ha un'occasione d'oro per lasciarsi alle spalle gli inseguitori impegnati nello scontro diretto di domani.
Le sfide tra Sarri e Allegri, presentate solitamente come scontri tra ideologie opposte, non sono mai partite banali. Quando si sono incrociati nel triennio sarriano al Napoli, l'allenatore bianconero ha sempre trovato il modo di inceppare la manovra palleggiata degli avversari tenendo due linee strette che impedivano di pescare giocatori liberi sulla trequarti, la base del gioco azzurro. Ha sempre funzionato a parte il match di Torino del 2018, quello del gol di Koulibaly, che comunque non è bastato a consegnare lo scudetto al Napoli. Il Sarri laziale, finora, non è quasi mai riuscito a trasferire le sue idee a una squadra che è ancora un ibrido, con un chiaro retaggio degli anni di Inzaghi. I biancocelesti, comunque, sono a un punto dalla zona Champions e hanno bisogno di vincere più che di convincere, anche per lasciarsi alle spalle una Juve che non può più permettersi passi falsi per non dovere dire addio agli obiettivi più alti nell'attuale campionato. Particolarmente suggestivo vedere come il tridente mobile Felipe Anderson-Pedro-Zaccagni sarà in grado di creare problemi alla difesa avversaria, in una squadra che dovrà stare attentissima alle marcature preventive, visto che gli avversari hanno almeno tre elementi devastanti in ripartenza: Cuadrado, Chiesa e Morata.
In serata si capirà se davvero Vincenzo Italiano è l'esorcista migliore per frenare la forza del Milan di Pioli dopo la bella vittoria dell'anno scorso, quando guidava lo Spezia. La sua Fiorentina ha forse raccolto meno di quanto meritasse, almeno finora. Quando riesce a esprimere la sua fluidità di gioco, fatta di combinazioni in velocità per attivare le catene laterali, sa essere particolarmente pericolosa, soprattutto per un Milan che ha una difesa orfana di Calabria e Tomori. Pioli, però, ha dimostrato più volte, in questi quasi due anni di panchina rossonera, di sapere adattarsi nel miglior modo possibile alle varie esigenze della partita e anche alle assenze più importanti, mantenendo sempre una precisa fisionomia di gioco. Vincere a Firenze sarà molto complicato ma i tre punti potrebbero dare una spinta fondamentale in classifica, se si pensa che le due avversarie in chiave tricolore, Inter e Napoli, devono giocare domani lo scontro diretto.