VERSO INTER-NAPOLI

Napoli, Spalletti: "Inter fortissima, ringrazierò i tifosi qualunque sarà l'accoglienza"

Il tecnico dei partenopei per la prima volta a San Siro da avversario: "Sarà una grande partita, per me non potrà mai essere come tutte le altre" 

© Getty Images

Luciano Spalletti è pronto a sfidare il suo passato. Il tecnico toscano torna a San Siro per la prima volta da avversario e affronta l'Inter da leader della classifica con l'obiettivo di spingere i nerazzurri a - 10. Il suo Napoli dovrà fare a meno di un altro ex come Politano, fermato dalla positività al Covid, ma per il resto potrà contare sull'undici titolare. "Verrà fuori una grande partita - le parole di Spalletti in conferenza -. Loro sono fortissimi, lo hanno dimostrato in passato e continuano a farlo con Inzaghi. Per me non potrà mai essere una partita come tutte le altre, perché per come vivo io il calcio il passato non è mai passato. Ringrazierò i tifosi a prescindere dal trattamento che mi riserveranno, così come farò con i miei ex calciatori, che mi hanno seguito in tutto".

LA CONFERENZA DI SPALLETTI

Sull'Inter

"Verrà fuori una grande partita. Tutte e due le squadre hanno bisogno di far punti e cercheranno la vittoria. È chiaro che le squadre hanno disegni geometrici diversi, quindi sarà importante occupare bene tutti gli spazi. Loro sono fortissimi, lo ha fatto vedere in passato e lo ha confermato anche in questo campionato con Inzaghi".

Sull'assenza di Politano

"Fa parte delle difficoltà della stagione. Nelle prime due giornate abbiamo giocato con 2 centrocampisti, Demme era fuori, Zielinski fuori dopo 20 minuti, non c'era Anguissa e si giocava con chi c'era. Non possiamo avere il dubbio di vincere o di fare una partita al di sotto delle aspettative per una sola assenza".

Sulle condizioni di Lozano e sull'opzione Zielinski a destra

"Piotr può giocare in quella posizione, così come Elmas, o anche altri. Lozano comunque sta bene, ha giocato giovedì, ha ore e ore di viaggio sulle spalle, ma è voglioso, ci ho parlato anche stamattina, è sorridente perché è uno molto positivo, dolcissimo e professionale. I suoi commenti sul futuro? È normale avere ambizioni, le devono avere tutti, poi mi auguro che a fine stagione riceva l'interesse di club che lui ritiene più importanti, significherebbe che ha raggiunto quelli che poi sono i nostri obiettivi. L'anno scorso rimanendo fuori dalla Champions non abbiamo ricevuto una richiesta. Se vogliono avere richieste devono fare risultati. È sempre la vittoria che ci dà visibilità, la sconfitta riporta tutti dentro la stessa dimensione".

Su Koulibaly

"L'abbiamo già detto più volte cos rappresenta per la squadra, diventa difficile avere ancora parole, servono esempi e ne faccio uno: questa settimana è andato in scivolata e gli si è incastrato un piede, è rimasto col ginocchio sotto, ha sentito male, è rimasto a terra, si è fermato l'allenamento e in un attimo c'erano anche i magazzinieri intorno a lui, tutti in attesa della sua reazione. È uscito 3 minuti, è tornato dopo altri 3 minuti e tutti lo guardavano e non giocavano per vedere come si sentiva. Non mi interessa sapere se Diego è stato il più grande o meno, mi interessa sapere quello che ha lasciato dopo ed è proprio questo. È quello che provano tutti che dimostra l'importanza del soggetto all'interno di un gruppo. Vogliamo essere tutti Koulibaly, è una persona straordinaria".

Sulle sensazioni da ex

"Io non ho mai detto che i meriti dello scudetto dell'Inter erano anche miei, alcune mie dichiarazioni sono state travisate. Quando vado via da un club guardo se ho lasciato i conti migliori e se ho vinto qualche partita, mi concentro sul mio lavoro e non su quello degli altri. Io ho finito all'Inter con delle difficoltà di gestione, ma non ho detto nulla, non ho dato colpe o meriti ad altri per il quarto posto raggiunto. Ho preso e sono andato a casa, perché mi avevano mandato a casa. Poi le valutazioni fanno fatte in base alle disponibilità che uno ha avuto. Se uno può spendere 240 milioni di stipendi è diverso da uno che può spenderne 100. Il primo può comprare i giocatori dalla Premier League, il secondo deve accontentarsi di ingaggiare chi sta a casa. Comunque non sarà una partita come tutte le altre, io sono abituato alle emozioni forti e sono curioso di vedere che sensazioni avrò. Per me il passato non è mai passato, perché vivo tutto con grande passione. Ringrazierò i tifosi a prescindere dal trattamento che mi riserveranno e i calciatori che mi hanno seguito in tutto. Con tanti continuiamo a sentirci e la stima non è mai venuta meno, anche con quelli che sento di meno. Sono orgoglioso anche di aver ridato forma ad alcune parti della Pinetina, dalle siepi alla cappella dedicata al papà di Massimo Moratti".

Sull'importanza del match

"Non c'è niente di definitivo, anche se è importante per entrambe. Ci sono squadre forti e difficoltà che possono arrivare da tutte le parti in questo campionato".

Sull'affrontare la sua ex squadra da capolista

"Non è una rivincita, è un passaggio importante, un'altra piccola fetta di felicità, per tutte le persone che ci seguono. La dignità è battersi per chi ti vuole bene, non per essere famoso. Abbiamo una città dietro che freme, mi ha detto Santoro (il team manager del club, ndr) che alla partenza ci saranno 1000 persone per salutarci, si sente che la vivono così: anche se rimangono a casa organizzano da giorni per essere tutti insieme. Questa cosa ci deve per forza far riflettere sul nostro comportamento".

Su quali saranno i punti di forza della squadra a San Siro

"Saranno le certezze di ciò che abbiamo prodotto finora, le qualità che hanno saputo esibire i nostri giocatori e le migliaia persone che ci sostengono qualora una volta ci venisse il dubbio di non farcela ad essere fortissimi. Dubbi non ce ne sono, noi andiamo a fare la partita, contro un avversario che le stesse qualità nostre, calciatori di livello come i nostri e un allenatore che ha esperienza per quel tipo di gioco. Le difficoltà ci saranno e andranno affrontate, non c'è altra scelta".

Sulle differenze tra la società nerazzurra e quella partenopea

"All'Inter c'era un presidente di una nazione diversa, ma il figlio era presente spesso a Milano. De Laurentiis invece la vive direttamente, ci sentiamo al telefono perché vuole sapere le cose, segue tutto più da vicino e ti fa sentire la sua presenza. Zhang sorvegliava più a distanza".

Sulla Nazionale italiana costretta ai playoff

"Mi dispiace, ma Mancini metterà a posto le cose. L'Italia già meritava il passaggio diretto, poi non so perché non sono arrivati i risultati, un po' di sfortuna a volte nel calcio c'è".