La giornata delle prime volte. Le prime sconfitte in campionato di Milan e Napoli (imbattuto da 21 turni, considerando anche lo scorso torneo), la prima vittoria dell’Inter (ma anche della Fiorentina) contro una big, la prima panchina italiana di Shevchenko (bagnata sotto il diluvio di Marassi ma non fortunata nel risultato), i primi gol di un 2003 nel campionato italiano (il ghanese della Roma Felix Afena-Gyan). E in un certo senso sono quasi “una prima” anche il digiuno rotto da Lautaro Martinez e i due gol al Franchi che permettono a Ibra di diventare il più vecchio “doppiettista” nella storia della Serie A. Una Serie A quest’anno davvero bella ed equilibrata: tre squadre nel giro di quattro punti, dai 32 delle sconfitte Napoli e Milan ai 28 della vittoriosa Inter. Discorso scudetto, insomma, apertissimo.
DUPLA – In Argentina è la “coppia”, intesa in senso calcistico. Contro il Napoli ha funzionato alla grande la dupla Correa-Lautaro soprattutto in occasione del gol del 3-1: discesa strepitosa del tucumano, 65 metri palla al piede, e assist per il diagonale vincente del 10 nerazzurro. Un cioccolatino servito da Correa prima di darsi all’esultanza… del “mate”. E con Lautaro che chiede scusa alla Curva Nord per il suo letargo, per quei 505 minuti a secco che gli avevano attirato le prime critiche.
FUORICLASSE – Alzi la mano il tifoso romanista che al 75esimo, quando Mourinho ha richiamato in panchina Shomurodov, non ha inveito contro lo Special One per la scelta del cambio: rimane malinconicamente seduto Zaniolo, si alza ed entra in campo il numero 64, Felix Afena-Gyan, attaccante classe 2003 ormai da un mese nel giro della prima squadra. Panchina contro il Napoli, esordio in A tre giorni dopo a Cagliari nel turno infrasettimanale, poi un tempo (il secondo) all’Olimpico contro il Milan e un’altra panchina a Venezia. Prima di metter piede a Marassi, firmare una fantastica doppietta (straordinario il secondo gol) e regalare una vittoria pesante alla Roma. Un cambio da fuoriclasse per Mou, una doppietta da (futuro) fuoriclasse per il 18enne ghanese.
BIS – La sorpresa della 13esima giornata arriva da Bologna e la regala il Venezia che con il blitz al Dall’Ara dà continuità al 3-2 sulla Roma ottenuto prima della sosta. Due vittorie di fila in Serie A il Venezia non le otteneva da più di 22 anni: nel 1998-99 la squadra allora allenata da Walter Novellino vinse 1-0 contro il Cagliari di Ventura (gol vincente di Recoba) e la settimana successiva espugnò il Galleana di Piacenza (1-0, match winner Maniero).
GOLEADE – Con il 5-2 allo Spezia di sabato pomeriggio è ripartita la macchina da gol atalantina. Da quando Gasperini siede sulla panchina orobica, è la 37esima volta che tra campionato e coppe la Dea segna 4 o più reti in una sola partita. Incredibile la progressione: due volte nel 2016-17, tre nel 2017-18, otto nel 2018-19, dieci nel 2019-20 e ben dodici nella scorsa stagione. In questa annata solo in una occasione (4-1 a Empoli all’ottava giornata) l’Atalanta di Gasp era andata a segno almeno quattro volte. Tra le goleade più significative dell’era Gasperini, il 5-0 al Milan di Pioli nel 2019-20 e nella stessa stagione il 7-1 a Torino contro i granata e le due vittorie contro il Valencia in Champions (4-1 in casa e 4-3 al Mestalla).
DUBBIO – Al Franchi sabato sera Alessio Romagnoli è rimasto tutta la partita in panchina. Eppure, se Pioli ha deciso di metterlo in lista, si presume fosse teoricamente disponibile. Pur con l’involuzione che può aver subito il centrale romano nel corso degli ultimi anni, si fa fatica a capire come sia possibile che contro la Fiorentina gli sia stato preferito Matteo Gabbia. Senza mancare di rispetto al 22enne difensore rossonero, Gabbia è parso troppo acerbo: ha sulla coscienza mezzo gol (quello dell’iniziale vantaggio viola di Duncan dopo il paperone di Tatarusanu) e si è fatto prendere alle spalle dallo scatto di Vlahovic culminato nel 3-0. Insomma, per ora Gabbia non può giocare a certi livelli. Chissà se lo avrà capito anche Pioli che fra l’altro, nella sua brillante carriera da calciatore, faceva proprio il difensore centrale. Anzi, lo stopper, come si diceva ai suoi – e ai nostri – tempi…
SCUSE & BALLE – Con il portiere avversario praticamente inoperoso e due rigori netti magistralmente trasformati da Bonucci è stato davvero stucchevole il dopo partita di Maurizio Sarri, non nuovo peraltro a recriminazioni in stile Conte/Mazzarri. Contestare l’arbitro, parlare di “rigorini” e lamentarsi perché la Juventus “si è chiusa e ha giocato in contropiede” suona davvero come scusa puerile. Dire “abbiamo giocato bene fino a un quarto d’ora dalla fine” fotografa una partita evidentemente interpretata in modo assolutamente personale e alquanto bizzarro. La Lazio (pur con l’attenuante dell’assenza pesante di Immobile) ha giocato sì, ma male. Se è vero come è vero che non ha creato lo straccio di una palla gol. E la Juve – senza incantare, sia chiaro - ha vinto con merito. Punto a capo.
PARAGONI – A proposito, sapete che dopo 13 giornate la Lazio di Simone Inzaghi non aveva mai fatto peggio rispetto a quella di Maurizio Sarri? I freddi numeri: 21 punti oggi, esattamente lo stesso bottino dello scorso campionato. Per il resto il bilancio è tutto in negativo per Sarri nel confronto con Inzaghino: -6 rispetto ai 27 punti del 2019-20, -2 rispetto ai 23 del 2018-19, addirittura -10 rispetto ai 31 del 2017-18, -4 rispetto ai 25 del 2016-17, la prima stagione intera dell’era Inzaghi.
PANCHINA D’ORO – Sempre a proposito di allenatori, un piccolo suggerimento per la prossima edizione della Panchina d’oro. Che ne direste di assegnarla a Vincenzo Italiano? La sua Fiorentina viaggia a mille, ha a sorpresa gli stessi punti di Lazio e Juventus ed è fra l’altro “padrona” – ma questa è solo una curiosità - dell’unico zero ancora in classifica: quello delle partite pareggiate. O vince (7 successi) o perde (6 sconfitte). Tornando a Italiano, ci permettiamo di ricordare velocemente le sue ultime annate in panchina: 2018-19 promozione del Trapani dalla C alla B; 2019-20 storica promozione dello Spezia in Serie A; 2020-21 storica salvezza dello Spezia; 2021-22 Fiorentina di nuovo protagonista. Viola che, lo scorso campionato, di questi tempi di punti ne aveva ben dieci in meno, solo 11 contro i 21 attuali… E aveva già cambiato Iachini con Prandelli.