Si può minimizzare, come Allegri, congratularsi con i propri giocatori per il passaggio del turno, il minimo indispensabile viste le avversarie del girone, e guardare al futuro con ottimismo. Tutto molto bello, ma se non si interviene sui difetti strutturali della Juventus diventa complicato pensare di risollevare la stagione. Di certo non aiutano a concentrarsi sui rimedi i commenti entusiastici dopo partite vinte all'ultimo respiro lasciando spesso l'iniziativa agli avversari. Salvo far riesplodere le critiche alla fine di match come quello di Stamford Bridge.
In realtà i limiti di questa Juve si sono visti in quasi tutte le partite, anche quelle vinte di "corto muso". Il Chelsea è la squadra campione d'Europa e non sempre può andare tutto liscio come nella partita d'andata. Il piano è sempre quello: aspettare gli avversari, questa volta con un centrocampo robustissimo aiutato dai rientri di Chiesa a sinistra e con McKennie costretto a fare l'esterno a destra, e tentare di ripartire sfruttando gli strappi individuali di giocatori particolarmente portati all'azione in velocità a campo aperto. Si studia un piano gara fondato sulle caratteristiche degli avversari, gli si lascia l'iniziativa e si spera di vincere con il guizzo di individualità di alto livello.
Una strategia che può andare bene, quando va bene, in campionato. Difficile che possa funzionare con continuità in Europa, di fronte a squadre che ti riaggrediscono appena persa palla e non ti danno tempo e spazio di imbastire il contropiede. Un piano per la costruzione bassa, per uscire dal pressing, e qualche giocata preordinata che renda un minimo fluida la manovra offensiva, non sono una concessione eccessiva alla tattica. Sono il minimo indispensabile per sopravvivere nel calcio attuale. Soprattutto se sei una squadra che punta ai più alti livelli. Senza andare troppo lontano, solo nel 2017 Allegri ha raggiunto la finale di Champions con una squadra che aveva una sua precisa logica di gioco. Certo, aveva anche dei giocatori differenti ma nessuno può negare che la rosa della Juventus sia in grado di esprimere una qualità diversa da quella vista finora. Oltre ad avere tutte le caratteristiche per evitare figuracce come quella di Londra.