Il lavoro è certosino e sarà, senza dubbio, meticoloso. Si tratta di dare un senso a flussi di cassa che sembrano senza giustificazione e che, questo il lavoro degli inquirenti, devono trovare corrispondenza nelle fatture emesse. L'accusa che viene rivolta alla Juventus, finita come noto al centro dell'inchiesta Prisma della Procura di Torino, è infatti quella di fatturazioni per operazioni inesistenti, un modo, cioè, per migliorare il bilancio e che - scrive il Corriere - per i magistrati configurerebbe l'esistenza di "un sistema malato" che, come emerso nei giorni scorsi, non coinvolgerebbe solo la Juventus.
L'inchiesta, da quanto trapela, sarà breve e documenti e risultanze saranno presto girati alla Giustizia Sportiva, che sarà chiamata a quel punto a fare due conti per capire -e non è un dettaglio da poco- se si configuri il reato di illecito. Un reato grave che, come tale, potrebbe avere gravi conseguenze.
Ma questa è una questione che sarà affrontata nei prossimi giorni e si lega, a doppio filo, alla "famosa carta che non deve esistere" di cui parlano in una intercettazione Cherubini e l'avvocato Cesare Gabasio e che potrebbe riguardare pagamenti arretrati dovuti a Cristiano Ronaldo e configurare, secondo gli inquirenti, un'ipotesi di "debito fuori bilancio". Debito che, a livello sportivo, potrebbe aver modificato la rendicontazione da presentare per l'iscrizione al campionato. Dopo Cherubini e Arrivabene, nelle prossime ore sarà proprio l'avvocato Gabasio a essere ascoltato e a lui, in particolare, verrà proprio chiesto della carta fin qui mai trovata. Cosa ne verrà fuori, lo scopriremo. Nel frattempo l'inchiesta procede spedita e non si può assolutamente escludere che si allarghi a macchia d'olio. Con conseguenze drammatiche per tutto il sistema calcio italiano.