Mentre l'indagine della Procura di Torino sulle plusvalenze della Juventus e di altri club di Serie A prosegue, già si comincia a parlare dello step successivo, ovvero il passaggio delle carte alla Procura della Figc. A spiegare quali sono i possibili sviluppi da questo punto di vista è Cesare Di Cintio, avvocato esperto di diritto sportivo: "È prematuro stabilire se possa configurarsi un illecito - le sue parole a SportMediaset.it -. L'unico precedente riguardante violazioni in materia gestionale ed economica riguarda il Chievo nel 2018, che alla fine prese 3 punti di penalizzazione".
Avvocato Di Cintio, che idea si è fatto sull'indagine della Procura?
"Penso che sia prematuro e difficile dire quanto sia concreta. Sicuramente c’è un'indagine aperta e questo già è un dato. Naturalmente bisognerebbe vedere le carte, però sappiamo che ci sono attività istruttorie in atto, dalle quali l'accusa si attende che vengano fuori elementi per supportare la sua tesi. Tutto dipenderà da ciò che emerge. Quello che posso dire è che il tema delle plusvalenze è sempre stato delicato: il calciatore è un lavoratore subordinato e le sue prestazioni sono di loro natura aleatorie, la sua valutazione dipende da una vasta serie di eventi. Quando si parla di giovani, poi, non esiste un parametro per stabilire se diventeranno campioni o meno. Sottolineo che affinché si concretizzi il reato è necessario un dolo specifico. Attenzione, non un dolo generico, ma specifico, cioè connotato da consapevolezza e volontà di raggiungere un determinato fine".
Quanto è concreto il rischio di illecito sportivo?
"Innanzitutto chiariamo che parliamo di due piani totalmente separati. I principi sui quali si fonda la colpa sportiva e quelli su cui si fonda quella penale sono completamente diversi. Oggi dire quanto sia fondata e se possa generare una sanzione questo tipo di indagine è molto prematuro".
Cosa rischierebbe la Juve se l’illecito dovesse davvero configurarsi?
"A livello sportivo gli illeciti di natura economica e finanziaria sono disciplinati dall'articolo 31 del codice. Il comma 1 riguarda i casi di mancata produzione, alterazione o falsificazione dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva. In questo caso il rischio è di un’ammenda con diffida. Il comma 2, invece, riguarda i casi in cui l’attività illecita sia finalizzata a ottenere l'iscrizione a una competizione a cui la società non avrebbe potuto essere ammessa. In questo caso le sanzioni vanno dai punti di penalizzazione fino all’esclusione dal campionato. Si tratta naturalmente di una casistica particolarmente grave e servono forti elementi per dimostrarla. L’unico precedente in questo caso è quello del Chievo nel 2018, quando la condanna per ‘reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile’ portò a una penalizzazione di 3 punti in classifica, nonostante la richiesta iniziale di 15".
Quali sarebbero i tempi della giustizia sportiva?
"Normalmente ci sono 60 giorni dal momento dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato, poi sono possibili ulteriori proroghe di 40 e 20 giorni, fino a un massimo di 120 giorni per le indagini. Una volta chiuse tocca al procuratore federale decidere se deferire o archiviare".