Il battibecco a distanza tra Zlatan Ibrahimovic e Marco Materazzi si arricchisce di un nuovo capitolo con un estratto dell'autobiografia dello svedese in cui ha voluto raccontare un episodio con l'ex difensore dell'Inter e della Nazionale, senza girarci troppo intorno: "Quando non sei bravo abbastanza, ricorri a ogni mezzo - ha sentenziato Ibra -. Ma io non dimentico". L'attaccante del Milan non ha dubbi: "Lui era un caso diverso, entrava per farti male".
Dopo l'aneddoto svelato dallo svedese e la risposta via social di Materazzi, il botta e risposta tra i due è tornato a pendere dalla parte di Zlatan. In un nuovo estratto dell'autobiografia pubblicato da La Stampa, Ibra ha raccontato diversi scontri di campo con l'ex difensore dell'Inter e con Mihajlovic.
Per il serbo le parole sono di rispetto: "Mi insultò dal fischio d'inizio. A un certo punto gli ho tirato una testata che mi è costata una squalifica. Ci ero cascato un'altra volta. Mihajlovic non mi odiava, non aveva nulla di personale contro di me. Voleva solo procurare un vantaggio alla sua squadra e vincere la partita".
Di tutt'altro tenore l'analisi verso Materazzi: "Lui era un caso diverso, entrava per farti male. Aveva una strategia personale per innervosire l'avversario. Quando uno non è abbastanza bravo nel gioco, ricorre a tutti i mezzi per imporsi. Era il suo stile".
Poi l'aneddoto: "Io non dimentico, ho aspettato cinque anni per ribeccarlo dopo quell'ottobre 2005. Riesce a prendermi bene, con un'entrata a due piedi, a forbice. Devo uscire dal campo per farmi medicare. Zoppico. Capello mi vuole sostituire, ma io gli dico: 'No, mister. Ce la faccio'. Rientro solo per cercarlo. A questo punto il calcio non c'entra più, per me la partita è già finita. Ma non riesco neppure a camminare per il dolore, Capello se ne accorge e mi fa uscire...".