Infiammano le polemiche sul caso Peng a seguito della decisione clamorosa della WTA, l'associazione che riunisce le giocatrici professioniste di tennis di tutto il mondo ha scelto di sospendere tutti i tornei in Cina. Inequivocabili le parole del CEO Steve Simon: "Non vedo come potrei chiedere ai miei giocatori di andare a giocare lì quando Peng Shuai non è autorizzata a comunicare liberamente e apparentemente è stata sottoposto a pressioni per contraddire le sue accuse di violenza sessuale".
Posizione repentinamente condivisa da tutto il mondo del tennis. Non sono mancati in questi giorni i gesti di solidarietà verso la campionessa cinese. A iniziare è stato Pierre-Hugues Herbert: il tennista francese dopo la vittoria alle Atp finals di doppio ha dedicato il trofeo alla collega. Novak Djokovic si è detto d'accordo con la scelta della WTA di sospendere tutti i tornei in Cina: "Appoggio pienamente la posizione della WTA perché non abbiamo abbastanza informazioni su Peng Shuai e sulla sua salute", ha detto Nole a margine della Coppa Davis. "La sua salute è della massima importanza per il mondo del tennis - ha proseguito -. Non si tratta solo di lei, potrebbe essere chiunque, un giocatore o una giocatrice, una cosa del genere non deve accadere".
Parole che trovano tutti d'accordo, tranne il governo cinese che è rimasto contrariato dalla sospensione. Chiarissime le parole del ministro degli Esteri Wang Wenbin. "La Cina si oppone con forza alla politicizzazione dello sport". Parole inaccettabili per l'ATP, che sicuramente non farà tardare la sua risposta. Proprio in queste ore sta diventando sempre più probabile l'idea di prolungare la sanzione fino al 2022.