Dall’anno di nascita 1959 a quello 1988: storie di 30 campioni mancati del nostro calcio, grandi talenti che hanno però deluso (in tutto o in parte) le promesse
B come Batistuta. B come Banchelli. GB, Gabriel Batistuta. GB Giacomo Banchelli. Classe 1969 il primo, classe 1973 il secondo. Nell’epoca d’oro di Bati-gol in casa viola tutti erano convinti di avere in casa l’erede del bomber (ah già: B come… bomber) argentino.
Non ha ancora compiuto 17 anni (e Batistuta è ancora di là da venire…), Banchelli, quando – il 28 gennaio 1990 - debutta contro la squadra che sarebbe diventata a fine stagione campione d’Italia, il Grande Napoli di Maradona e Careca. Al Franchi il tecnico viola Bruno Giorgi lo fa entrare a inizio ripresa con la maglia numero 13 al posto di un altro giovane del vivaio, tal Luigi Sacchi schierato titolare con la maglia numero 7 e di cui si sono poi rapidamente perse le tracce. Il Napoli era già avanti 1-0 (gol di Fusi, non esattamente un bomber, su assist malandrino con la mano di Maradona), Giacomo una dozzina di minuti dopo il suo ingresso in campo ha tra i piedi la palla giusta per bagnare al meglio l’esordio ma la sua conclusione finisce fuori. Il tridente fiorentino Baggio-Buso-Banchelli non riesce a modificare il risultato. Ad assistere all’esordio in A del bomber della Fiorentina Allievi la famiglia “quasi” al completo: papà, mamma e la sorellina dodicenne. Il fratello Emiliano, di 15 anni, è rimasto però fuori dallo stadio, a contestare con gli altri tifosi “caldi” della Curva Fiesole la gestione societaria dei Pontello (che di lì a poco, con la cessione di Baggio alla Juve, saranno costretti a cedere ai Cecchi Gori). La giornata successiva, contro un’altra grande protagonista di quel campionato, il Milan di Sacchi, Giorgi regala a Banchelli un altro scampolo di partita: dentro al minuto 83 al posto di Beppe Iachini per provare a riagguantare una partita che vedeva i viola soccombere 2-3 dopo aver chiuso in doppio vantaggio il primo tempo. Passano pochi giorni e Giacomo torna… nei ranghi. E lo fa alla grande. Trascina infatti la Fiorentina alla conquista del Trofeo Beppe Viola, 19esima edizione del Torneo Internazionale Città di Arco di Trento, la più importante manifestazione europea per la categoria Allievi. Successo per 1-0 in finale contro il Torino e titolo di capocannoniere (con 4 reti) del torneo. La stagione 1989-90 dei “grandi” Banchelli la chiude giocando altri quattro scampoli di partite (con la curiosità di zero vittorie nelle 6 presenze raccolte) e guadagnandosi un posto in panchina nella finale d’andata di Coppa Uefa a Firenze contro la Juventus.
Il post Italia ’90, con il traumatico divorzio da Baggio e l’arrivo in panchina dell’allenatore brasiliano Lazaroni, vede Banchelli partire per il ritiro precampionato viola e disputare le prime amichevoli stagionali. Poi però torna nelle giovanili racimolando solo tre panchine (in partite prestigiose: in casa contro la Juve e in casa e fuori contro l’Inter) ma zero minuti nel torneo 1990-91.
Anche nella stagione successiva Giacomo fa il ritiro con la prima squadra, gioca le prime amichevoli segnando anche qualche golletto ma le soddisfazioni arrivano dalla Primavera: il 2 marzo ’92 la Fiorentina di Mimmo Caso trionfa nel Torneo di Viareggio battendo 3-2 in finale una fortissima Roma (con Scarchilli, Cappioli, Muzzi e Berretta tra gli altri), Banchelli segna su rigore e conquista con 8 centri il titolo di capocannoniere del trofeo. Il che gli vale, qualche settimana dopo, uno scampolo di partita a Roma contro la Lazio (1-1 il risultato) quando però ormai alla guida della Viola non c’è più Lazaroni ma Gigi Radice. Che per il campionato successivo decide, d’accordo con la dirigenza gigliata, di mandare il ragazzo in prestito in C1 in una società “amica”, l’Alessandria.
Con la maglia dei grigi (in panchina Tato Sabadini prima e Ferruccio Mazzola poi) Banchelli va a segno 12 volte stabilendo quello che sarà il suo record personale in fatto di segnature. Altri due gol in quella stagione 1992-93 li segna nella Coppa Italia di Serie C e qualcun altro in amichevoli di prestigio (come in occasione di un 2-2 con la Sampdoria di Mancini e di un 2-1 rifilato alla Dinamo Mosca). A 20 anni da poco compiuti il ritorno alla base.
Nel frattempo la Fiorentina è clamorosamente retrocessa in B, Claudio Ranieri ha preso le redini della squadra e nel precampionato c’è molto spazio per Giacomo Banchelli visto che Gabriel Batistuta, l’altro GB viola, prolunga le vacanze dopo aver vinto da protagonista la Coppa America 1993. Una prodezza in amichevole contro il Montevarchi (5-0) strappa a Ranieri il pubblico elogio nei confronti del “putto” di Spicchio-Sovigliana cresciuto nel Montelupo Fiorentina, poi Banchelli va subito in gol nella prima partita ufficiale (2-0 in Coppa Italia all’Empoli) così come nella prima gara cadetta vinta a Palermo 3-0 davanti a 35mila spettatori. L’avvio stagionale è molto positivo con 5 reti nel girone d’andata e il “prestito” alla Primavera per un altro Viareggio da protagonista (doppietta in finale alla Juve di Del Piero e Manfredini che però s’impone 3-2). A fine febbraio però ecco il crac e lo stop che non ti aspetti. Contro il Padova – con la maglia numero 9 di un Batistuta fuori per squalifica – dopo 10 minuti è fatale un contrasto che gli provoca la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Operazione a Roma dal professor Mariani, un ko terribile che pone fine alla stagione.
In quella successiva la Fiorentina lo cede in prestito prima al Cosenza di Zaccheroni e a novembre ’94 (dopo un paio di panchine con i calabresi) all’Udinese. Con i friulani (sotto la guida di Galeone) arriva la promozione in A con un gol (al Venezia) e 11 presenze totali per Banchelli che a fine campionato torna a Firenze.
E’ il torneo 1995-96, il primo con la numerazione fissa sulle maglie. Giacomo – che ritrova Ranieri - prende il 18: dietro alla coppia Batistuta-Baiano ci sono lui, Flachi e Robbiati. Solita partenza sprint in precampionato con tanto di gol segnato a Kahn nell’amichevole di presentazione al Franchi contro il Bayern Monaco. Carlo Pallavicino, il suo procuratore, vorrebbe che facesse un altro anno di esperienza in B accettando la proposta dell’Andria, lui però decide di giocarsi le sue chances in viola. E il 27 agosto del ’95 arriva il primo centro in Serie A: trattasi di una doppietta al Torino nella prima di campionato, con lui che entra nella ripresa al posto di Robbiati e rifila a Biato le sue prime reti “da grande” nel giro di cinque minuti. Ne segnerà altre due (a Padova e Atalanta) in una stagione culminata con la vittoria della Coppa Italia (gioca un tempo, il secondo, entrando al posto di Massimo Orlando nella finale d’andata contro l’Atalanta) ma che - per come era partita - alla fine diventa un po’ deludente.
Tanto che a giugno ’96 Banchelli accetta di buon grado il passaggio al Cagliari nell’ambito dello scambio con Oliveira (che passa in viola in cambio appunto di Banchelli e quasi 10 miliardi di lire). Il tecnico uruguagio Gregorio Perez non lo “vede”, in attacco punta sui due connazionali Dario Silva e Luis Romero e poi in rosa c’è anche Muzzi. Quando però Carletto Mazzone dopo 6 giornate sostituisce il tecnico sudamericano, per Banchelli (a segno anche nella gara dell’esonero, la sconfitta con la Lazio all’Olimpico) sembrano aprirsi nuove prospettive. Va in gol anche contro Perugia e Roma ed è titolare nella sfida del San Paolo contro il Napoli: questa volta a cedere, sul finire del primo tempo, è il ginocchio sinistro. Diagnosi e prognosi di quel pomeriggio del 26 novembre ’96 sono sinistramente le fotocopie dell’infortunio di 33 mesi prima… Chiude il campionato con numeri “piccoli” ma significativi: 5 presenze e 3 gol.
Il Cagliari a fine torneo retrocede in B e Banchelli proprio dalla serie cadetta riparte nell’estate del ’97. Ventura siede sulla panchina rossoblù, due gol nelle prime due giornate (contro Treviso e Pescara) ma a ottobre arriva la cessione alla Reggiana. Il debutto coincide con una sconfitta e con l’esonero di Francesco Oddo. Al suo posto arriva Franco Varrella. Per i granata emiliani sarà un’annata altalenante con un deludente 11esimo posto finale, per Banchelli il ritorno alla doppia cifra (10 gol), unica volta tra A e B.
Altra estate, altra maglia: nel 1998-99 è sempre Serie B ma questa volta i colori sono quelli nerazzurri dell’Atalanta, la grande favorita per la promozione. L’inizio è con il botto (2 gol nelle prime due gare di Coppa Italia contro la Cremonese), il resto della stagione però è deludente, compreso un infortunio che lo tiene ai margini negli ultimi due mesi.
L’ultima stagione del vecchio millennio, 1999-2000, comincia a Bergamo e curiosamente l’unica presenza nell’Atalanta è in Coppa Italia contro la Pistoiese che di lì a poco diventerà la sua nuova casa. Il ritorno in Toscana, in prestito, ha un bilancio più che dignitoso: 9 le reti in 27 gare, gli arancioni di Agostinelli si salvano superando nei playout il Cesena e Giacomo ritorna alla base, in un’Atalanta fresca di promozione in A. Ganz, Rossini e Ventola sono le prime scelte di Vavassori in una stagione 2000-01 che parte in ritardo per via dei Giochi Olimpici di Sydney.
A fine ottobre però scoppia la “bomba”: Banchelli e altri sette calciatori (tra i quali Allegri e Doni) sono deferiti per illecito sportivo riferito alla gara di Coppa Italia tre Atalanta e Pistoiese giocata a Bergamo il 20 agosto 2000, partita alla quale peraltro Giacomo assiste… dalla panchina. Supplementi di indagini, squalifiche e alla fine proscioglimenti con tante scuse. Il calvario dura quasi sette mesi, con tanto di trasferimento nel gennaio 2001 all’Empoli, di nuovo in B.
La stagione successiva 2001-02 porta Banchelli ancora a Pistoia: 6 gol non evitano la retrocessione e quello che sarà il malinconico e definitivo addio al grande calcio. Dall’estate 2002 in poi per quello che doveva essere il nuovo Batistuta ci sarà solo tanta C declinata nelle varie voci C1 e C2. Il top sono i 15 centri con la Carrarese (C1 2002-03), l’ultima terza serie sarà nel 2006-07 (9 reti con il Cuoio Cappiano in C2), con in mezzo esperienze a Taranto e a Roma nella Cisco Lodigiani. Poi dal 2007 in avanti c’è solo spazio per il calcio dilettantistico: Montichiari, ancora Cuoio Cappiano, Cynthia Genzano, Scandicci, la Pistoiese nel frattempo fallita e risorta, il Montelupo Fiorentino e l’Impruneta, addirittura in Prima Categoria. Perché alla fine l’importante è giocare per divertirsi. E portare con orgoglio e dignità quelle iniziali, GB, che stanno per Giacomo Banchelli. E anche per Gabriel Batistuta.
Giacomo Banchelli, classe 1973
Serie A: 30 presenze, 7 gol
Serie B: 143 presenze, 36 gol