Milan, dalla Champions lezioni e rimpianti: ma la strada è quella giusta
Rossoneri ultimi nel girone e fuori da tutto, ma forse a maggio questo ko farà meno male
Niente miracolo. Il Milan cade a San Siro contro un Liverpool largamente rimaneggiato e si congeda dalla Champions League chiudendo all’ultimo posto il cosiddetto ‘girone della morte’. Ai rossoneri restano i rimpianti per un’avventura europea troppo condizionata dalle assenze, contro i Reds gli indisponibili erano cinque, e da alcuni arbitraggi, soprattutto quello di Cakir con l’Atletico, ma i ragazzi di Pioli non hanno mai sfigurato di fronte a squadre più forti e più esperte e magari a maggio avranno la possibilità di benedire la sconfitta che li ha estromessi dall’Europa…
Già, perché l’obiettivo ora per il Milan deve essere quello di leccarsi le ferite, recuperare qualche elemento importante e puntare dritto all’obiettivo scudetto, magari approfittando del fatto che le contender saranno ‘distratte’ dall’Europa. “Meritavamo qualcosina in più, ma sarà sicuramente importante per la nostra crescita” ha detto dopo la gara col Liverpool Pioli, che forse come i 60mila di San Siro si aspettava una partita più arrembante e più coraggiosa dai suoi.
Ma così non è stato: Ibrahimovic e compagni hanno disputato un match di sofferenza, non tanto causata dalle poche occasioni create dai Reds, ma dalla evidente poca capacità di crearne a loro volta. Alle assenze, pesantissime quelle di Leao e Rebic, si è aggiunta anche la prestazione negativa della spina dorsale della squadra (Maignan, Theo e Kessie) e l’attesissimo attaccante svedese è stato del tutto non pervenuto: avulso dalla manovra nel primo come nel secondo tempo come già accaduto troppe volte in questa stagione.
La sensazione è che la squadra sia un po’ stanca mentalmente e che anche dopo il vantaggio di Tomori non ci abbia creduto del tutto, ma ora l’obiettivo deve essere quello di ritrovare le energie e fare tesoro dell’esperienza di un girone in cui i rossoneri hanno mostrato di poter competere senza mai sfigurare di fronte a squadre più forti e più esperte. Magari, a fine anno, ripensare al ko che è costato l’Europa potrebbe fare meno male…