IL RICORDO

Il secolo dell'Avvocato Prisco: l'interista più interista di sempre e di tutti

Il 10 dicembre 1921 veniva al mondo l'uomo simbolo del club nerazzurro

© foto da www.inter.it

Nacque oggi, un secolo fa. Ma ci fu un tempo in cui preferiva anticipare la data di un anno, giusto per farla coincidere con il secondo titolo dell'Inter. Già, la sua Inter. Si narra che la conobbe e se ne innamorò una decina di anni dopo, quando si chiamava Ambrosiana-Inter. Fu, per così dire, colpa di amici di famiglia che per Peppino erano in pratica degli zii: si presentarono una domenica a casa con dei dolci, c'era infatti da festeggiare la vittoria contro il Milan. Una folgorazione, una illuminazione: lui, Peppino, dì qua, loro, quegli altri con quei colori, di là. E da quel giorno, l'interista più interista di sempre e di tutti, si votò inconsapevolmente a quella che divenne una causa che servì per il resto della sua vita con straordinaria intelligenza, fulminante ironia e inarrivabile eleganza.

Venne poi la guerra, venne la drammatica ritirata di Russia, per lui sottotenente Giuseppe Prisco della divisione Julia, battaglione “L’Aquila”, e i commilitoni dell'Armir. Ci furono gli studi di Giurisprudenza, la professione di avvocato, la carriera. Ma soprattutto ci fu lei, costante presenza, nel cuore, nella testa, sulla pelle: nel 1949 l'ingresso nell'Inter, nel 1963 la vicepresidenza con Angelo Moratti e poi sempre fedele, prezioso, illuminante consigliere al fianco di altri tre presidenti. Furono cinque in tutto, ma con un solo padrone perché come amava ripetere in vita aveva "sempre servito solo l’Inter”.

Di lui, dell'avvocato Prisco, ci sono infiniti aneddoti. Le sue battute sul Milan (ma qualcuna l'ha saputa riservare anche alla Juve) sono diventate storiche. Ogni interista le manda a memoria. Perché ogni interista si porta nell'anima il suo ricordo. Nella testa il suo insegnamento. Nelle orecchie la sua risata. Negli occhi il suo sguardo sardonico. Ogni interista pianse un amico, un fratello, un padre, un nonno quel 12 dicembre di venti anni quando due giorni dopo aver compiuto 80 anni e festeggiato il ritorno al gol di Ronaldo salutò tutti improvvisamente. Senza però andarsene, in fondo. Senza abbandonare i suoi colori. Perché l'interista più interista di sempre e di tutti riempie ancora oggi, col suo nome e il suo ricordo, San Siro e ogni altro stadio dove giocano i nerazzurri. E oggi più che mai ci "torna ancora in mente l'avvocato Prisco, lui diceva che la serie A è nel nostro DNA Io non rubo il campionato Ed in serie B non son mai stato...". Auguri, Avvocato.