"Chissà cosa sarebbe diventato se avesse avuto una vita regolare...". La frase che accompagna da sempre i giocatori con enormi potenzialità e con una passione smodata per le notti in bianco, si adatta perfettamente anche a Tino Asprilla. A farci da guida nella storia e nelle nottate del campione colombiano ci pensa Enzo Palladini nel libro "Il pallone ai tempi di Tino Asprilla", per Edizioni inContropiede.
Palladini analizza perfettamente il clima del pallone anni '90, la favola straordinaria del Parma di Scala, le qualità tecniche di quel ragazzo catapultato dalla Colombia alla Pianura Padana e la sua insaziabile voglia di vita. Di una vita fatta di bevute, balli, alcol e donne. Soprattutto donne. Una passione smisurata che ha fatalmente limitato una carriera che sembrava destinata a ben altri successi. Grazie a testimonianze dirette, come quelle di Pastorello e Scala, il libro regala aneddoti e curiosità inedite e anche rivelazioni su alcune doti di Tino non necessariamente legate al calcio...
L'autobus preso a calci in Colombia, che gli procura l'infortunio che gli impedisce di scendere in campo nella finale di Coppa delle Coppe del 1993, la punizione rubata a Osio (con una bugia raccontata al compagno per poterla tirare lui) che permette al Parma di interrompere due anni di imbattibilità del Milan di Capello, le relazioni con modelle e pornostar, la speranza di sfondare nel calcio inglese, il ritorno in Emilia prima del tramonto della carriera. Una storia incredibile e impensabile nel calcio-social di oggi.