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Le Sdottorate - La coop di Inzaghi, il flop di Sarri, il letargo di Spalletti e l'ipocrisia dell'Aia

Numeri, fatti e curiosità della 17esima giornata di Serie A

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La frenata del Milan e il crollo del Napoli mettono in discesa la domenica dell’Inter. Che non incanta ma vince, a differenza dei competitors. Una domenica molto “nerazzurra” che fa affacciare l’Atalanta al grande sogno tricolore appena dietro le milanesi. Inter 40, Milan 39, Atalanta 37 e Napoli 36. Questo lo stato dell’arte dopo 17 giornate. Con segnata sul calendario la sfida di domenica sera a San Siro tra Milan e Napoli, 48 ore dopo la visita dell’Inter capolista in casa della Salernitana ultima della classe.

PARAGONI – Lo scorso campionato, a questa altezza, l’Inter di Conte era seconda con 37 punti, a -3 dal Milan. Aveva segnato 43 gol (lo stesso bottino odierno) e ne aveva incassati 23 (contro gli attuali 15). Praticamente la metà delle reti erano state firmate da Lukaku (12) e Lautaro Martinez (9), i giocatori andati a segno erano 11 con un surplus di 3 autoreti a favore. Quest’anno il grande merito di Simone Inzaghi (che fin qui non ha risentito delle partenze dei gioielli Lukaku e Hakimi che hanno provocato in pratica la “fuga” di Conte cuor di leone) è la coralità (e la qualità) del gioco. Con la firma di Alexis Sanchez sono diventati già 15 i marcatori di squadra, con il cileno che non segnava in Serie A da più di 7 mesi, per la precisione dalla doppietta alla Sampdoria dell’8 maggio.

IPOCRISIA – Domanda ai capataz dell’Associazione Italiana Arbitri. Perché non viene assegnato il recupero anche nelle partite con risultato ampiamente acquisito? Ultimo esempio ieri sera al Meazza con il signor Marchetti lesto al triplice fischio al 90esimo spaccato. Già. Perché negare al giovane Satriano magari la gioia del suo primo gol in Serie A? O impedire a Joao Pedro di segnare magari la rete della bandiera cagliaritana aumentando così il suo bottino golifero?

LETARGO – I precedenti danno Spalletti in difficoltà quando arriva l’inverno. D’accordo che ufficialmente la stagione più rigida dell’anno comincia il 21 dicembre, ma è curioso notare già la flessione del Napoli a partire da novembre. Domenica 31 ottobre, dopo il successo nel derby regionale all’Arechi, Insigne e compagni erano in testa alla classifica a pari merito con il Milan con un +7 sull’Inter. Nelle sei successive partite su 18 punti disponibili il Napoli ne ha conquistati soltanto 5 rimediando tre sconfitte e vincendo solo una volta.  

SORPRESA – Ok, il colpo di testa (pardon, di nuca…) vincente di Patrick Cutrone al Diego Armando Maradona va ascritto alla voce “gollonzi” di gialappiana memoria. Ma fa comunque una certa impressione vedere l’Empoli di Aurelio Andreazzoli al settimo posto. Con 26 punti. Appena due in meno della Juventus di Allegri e addirittura uno in più della Lazio di Sarri. E, soprattutto, con 16 lunghezze di margine sul terz’ultimo posto.

RISCHIO – Stagione fin qui fallimentare quella della Lazio di un Maurizio Sarri che pare aver smarrito il senso estetico del suo “sarrismo” e rischia l’esonero. Dopo il deludente 0-0 casalingo con il Galatasaray (zero gioco e un misero punticino che costringe la Lazio agli spareggi di Europa League), ecco la sconfitta (meritata) in casa del Sassuolo. Sesto ko in 17 partite di campionato. Con un trend negativo (4 punti conquistati sui 15 disponibili nelle ultime 5 partite) per una classifica che vede la squadra biancoceleste a quota 25, all’ottavo posto (nono in caso anche solo di pareggio della Roma questa sera) e a -11 dalla zona Champions, l’obiettivo stagionale conclamato.

INDOVINELLO – Sapete quanti gol aveva segnato Gabriel Batistuta dopo 17 giornate nella stagione 1994-95, quella della sua unica vittoria in classifica cannonieri? Risposta: 15. Tanti quanti ne ha messi a segno in queste prime 17 giornate il suo degno erede in viola Dusan Vlahovic. Con un rigore in più per Batigol (6 contro i 5 del serbo) e anche con una presenza in meno per l’argentino (che saltò per squalifica Torino-Fiorentina, 15esimo turno).

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