Così come annunciato, Christian Eriksen saluta l'Inter e il calcio italiano. La società nerazzurra ha infatti oggi comunicato con una nota ufficiale la rescissione consensuale del contratto con il calciatore danese: "FC Internazionale Milano comunica di aver trovato un accordo per la rescissione consensuale del contratto di Christian Eriksen. Il Club e tutta la famiglia nerazzurra abbracciano il calciatore e gli augurano il meglio per il suo futuro. Anche se oggi le strade dell'Inter e di Christian si separano, resterà un legame forte e indissolubile. I momenti più belli, i gol e le vittorie, l'abbraccio dei tifosi fuori da San Siro nel celebrare lo Scudetto: tutto resterà sempre fissato nella storia nerazzurra".
Eriksen tornerà in un prossimo futuro a giocare (possibile un suo ritorno all'Odense dove tutto iniziò, ma ci sono pure voci circa un interessamento dell'Ajax, dove invece si fece da tutti conoscere prima della consacrazione al Tottenham, e non mancano i rumors sulla Premier) ma non più in Serie A. A impedirglielo quel drammatico 12 giugno e il defibrillatore cardiaco installato dopo la crisi accusata durante Danimarca-Finlandia che non gli consente di ottenere l'idoneità all'attività agonistica secondo la normativa vigente nel nostro Paese. Dopo il parere negativo comunicato dal Coni al giocatore e al club nei giorni scorsi, ieri le parti si sono incontrate per definire la separazione: un incontro privato nella sede dell'Inter tra Eriksen stesso, l'agente Martin Schoots, l'amministratore delegato nerazzurro Marotta e il legale del club Angelo Capellini. Si chiude così un'esperienza iniziata nel gennaio 2020, che sarebbe dovuta durare almeno fino al 2024 e che invece si chiuderà per forza di cose oggi, con una comunicazione ufficiale attesa breve.
Christian, d'accordo con il club e con la spinta di una tifoseria che lo ha amato all'inverosimile nonostante una permanenza limitata nel tempo (e contrassegnata di un periodo di ambientazione non semplice), dovrebbe tornare a Milano con l'anno nuovo per salutare a San Siro tutto il mondo interista. Sessanta partite, otto gol (tra questi l'indimenticabile punizione in Coppa Italia contro il Milan e i due siluri dalla distanza contro Napoli e Crotone nella cavalcata scudetto con Conte), svariati assist e la sensazione di una classe cristallina un po' troppo imbrigliata nella rigidità degli schemi nerazzurri delle stagioni scorse. Un ottimo giocatore, ma soprattutto una grande persona a cui tutti hanno voluto e vogliono un bene infinito. Definite ora tutte le pratiche necessarie con l'Ufficio del Lavoro, il club proverà a recuperare lo stipendio versato in questi mesi di forzata inattività attraverso l’indennità Uefa. A questo si aggiunge anche una assicurazione privata che copre l’attuale valore del cartellino, circa 11 milioni.