I numeri dicono tutto. Numeri freddi, implacabili. Cifre che non mentono e che consegnano un Milan in crisi di forze e di identità. Tra le polemiche per il gol annullato nel finale a Kessie, a San Siro contro il Napoli la squadra di Pioli incassa il terzo stop in campionato, si fa agganciare dagli azzurri e fa scappare l'Inter, che il 7 novembre giorno del derby era a -7 e ora si trova a +4. Solo otto i punti conquistati nelle ultime sette partite dal Milan con due vittorie all'attivo contro Genoa e Salernitana.
Dove è finito quel Milan inarrestabile di inizio stagione capace di vincere nove delle prime dieci partite? Di quella squadra colpiva il gioco in scioltezza e l'intensità, ora la manovra è sterile. Mancano quegli interpreti, alcuni assenti per infortunio, altri sono irriconoscibili. Contro il Napoli il tabellino dice due tiri in porta in 90' più recupero e per la prima volta in campionato la casella dei gol fatti resta vuota. L'ultima gara senza segnare risaliva al maggio scorso, 0-0 contro il Cagliari.
Pesano tantissimo le assenze in difesa - a quella di Kjaer e Calabria si è aggiunto Theo Hernandez - e in attacco, dove Ibrahimovic è a corto di forze e mal supportato. Ancora una volta lo svedese è chiamato a portarsi sulle spalle tutto il peso offensivo, ma i palloni che gli arrivano sono 'sporchi' e quando cerca la sponda intorno a lui c'è il vuoto. Mancano gli spunti di Rebic e Leao, Krunic è inconsistente e Brahim Diaz conferma la sua fase calante. Male Kessie, il centrocampo non ha più il suo padrone. Il Milan gira meglio quando entrano in campo Saelemaekers, che regala più vivacità alla manovra e Giroud, anche se il francese è a corto di condizione e si vede. Ora Pioli è chiamato a trovare una soluzione. E in fretta. Per non perdere altra strada in campionato, su cui il Milan può concentrare tutte le forze dopo l'eliminazione dall'Europa. In attesa dei rientri e del mercato di gennaio.