Dopo aver chiuso il girone d'andata in vetta alla classifica, Simone Inzaghi ha fatto un bilancio di questo inizio di stagione dell'Inter parlando di alcuni giocatori e delle mosse sul mercato di questa estate. "Barella è un grandissimo giocatore ma anche un grandissimo uomo - ha spiegato il tecnico nerazzurro -. Diventerà una bandiera dell'Inter perché sente la maglia di questo club addosso. Ha grandissima disponibilità verso tutti, sono molto contento di allenarlo".
"Il rendimento di Dumfries? La sua fortuna è Stefan de Vrij, che nell'inserimento lo ha aiutato tantissimo, poi noi dello staff cerchiamo di farlo crescere giorno dopo giorno sapendo che abbiamo un grande giocatore in quel ruolo", ha aggiunto Inzaghi sfogliando le foto dei suoi giocatori da bambini ospite di GazzettaTv. "Mi incuriosiva conoscere Dimarco ed è stata una grandissima scoperta e rivelazione - ha proseguito -. Un giocatore tecnico e intelligente, capisce sempre la posizione più funzionale, un giocatore che farà molto bene".
Poi qualche considerazione sui colpi Dzeko e Calhanoglu. "Quando è andato via Lukaku dopo cinque minuti ho fatto il suo nome al direttore e lui mi ha detto che sfondavo una porta aperta - ha spiegato Inzaghi -. L'ho affrontato spesso a Roma ed è sempre stato uno degli attaccanti più forti del nostro campionato". "Hakan è il calciatore che abbiamo puntato dopo il fattaccio di Eriksen - ha proseguito il tecnico dell'Inter -. Ero in vacanza a Ponza ricordo, per tre giorni, ed è stato più il tempo che sono stato al telefono con Hakan che quello passato con i miei familiari". "In quel momento era il giocatore ideale per il mio modo di vedere il calcio e che potesse sostituire Eriksen - ha continuato -. Ha trovato uno spogliatoio che l'ha accolto nel migliore dei modi".
Chiusura su Martinez e Perisic. "Lautaro è un giocatore completo, che sente le responsabilità e dà tutto in campo - ha spiegato Inzaghi parlando del bomber nerazzurro -. Sa di essere uno dei leader e ha fatto un girone di andata molto importante. Si arrabbia quando non viene impiegato, ma è normale così. Lo chiamo Toro o Lauty". "Perisic? L'ho incontrato per tanti anni e mi ha sempre impressionato, poi l'ho allenato e mi ha sorpreso ulteriormente - ha concluso il tecnico nerazzurro -. Ha fatto un girone di andata strepitoso, sempre presente e quello che più mi ha colpito è la disponibilità avuta da un campione che ha vinto tanto".