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Doping, arriva la squalifica per Moraschini: "Incredulo, lotterò per far valere le mie ragioni"

Il Tribunale nazionale antidoping ha accolto la richiesta della Procura: un anno di stop per la guardia dell'Olimpia Milano

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Un anno di squalifica per Riccardo Moraschini. È quanto sentenziato dal Tribunale nazionale antidoping, che ha accolto la richiesta della Procura fermando il cestista azzurro, che gioca come guardia all'Olimpia Milano, dopo che era stato trovato positivo a uno steroide anabolizzante (il Clostebol) a seguito di un controllo Nado dello scorso 6 ottobre. "Sono veramente dispiaciuto e incredulo per quanto sta accadendo - il suo sfogo in un post su Instagram, accompagnato da un'immagine completamente nera - La stessa Procura Nazionale Antidoping ha riconosciuto che la mia positività NON è dovuta a un fatto intenzionale. Cioè hanno capito che non ho MAI assunto nulla volontariamente. [...] Lotterò per far valere le mie ragioni e tornare in campo il prima possibile".

LO SFOGO DI MORASCHINI

"Stamattina ho ricevuto quella notizia che pensavo, e speravo, non arrivasse. Il TNA ha deciso di accogliere la squalifica chiesta dalla Procura. Sono veramente dispiaciuto e incredulo per quanto sta accadendo. Tengo a precisare che la stessa Procura Nazionale Antidoping ha riconosciuto che la mia positività NON è dovuta ad un fatto intenzionale. Cioè hanno capito che non ho MAI assunto nulla volontariamente. Il tutto deriva da una contaminazione indiretta, ossia da contatto, con una persona che stava usando, senza che io ne fossi a conoscenza, uno spray cicatrizzante contenente la sostanza (acquistato in farmacia sotto consiglio del farmacista stesso...). Ora aspetto di leggere le motivazioni della decisione (con i miei legali) per fare appello e fare chiarezza su questa terribile vicenda. Perché non può e non deve finire così. Chi mi conosce sa che sono un ragazzo pulito, con dei valori e che gioca tra i professionisti da ben 15 anni, sempre seguendo le regole etiche di questo sport. Qui c'è in ballo la mia carriera, il lavoro per cui ho fatto sacrifici enormi da quando avevo 6 anni, per il quale ho dato tutto per realizzare i miei sogni e i miei obiettivi ed arrivare fino ai massimi livelli. C'è in ballo la Nazionale che mi sono riconquistato duramente negli anni. C'è in ballo una parte della mia stessa vita e del mio futuro. Quindi, finché potrò, lotterò per far valere le mie ragioni e tornare in campo il prima possibile. Ho affrontato tante difficoltà in questo percorso e continuerò a farlo a testa alta. Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino in questo difficile periodo. E chi continuerà a farlo. Avanti a tutta...".

Ora, come spiegato dallo stesso Moraschini, si attendono le motivazioni della sentenza, che dovrebbero arrivare entro tre giorni. L'azzurro ha comunque già annunciato che ricorrerà in appello per fare chiarezza su una vicenda da lui definita "terribile".

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