C’è vita anche nella plastica, ma non è detto che sia una buona notizia. Specie se la plastica è quella della Greta Pacific Garbage Patch, la grande isola di rifiuti che galleggia sulle acque del Pacifico. Il centro di ricerca americano Smithsonian Environmental ha analizzato il fenomeno scoprendo che tra i rifiuti è nato un vero e proprio ecosistema. Nonostante sembri decisamente poco accogliente, la distesa di plastica, che ha le dimensioni del Canada, piace molto a batteri, molluschi, anemoni, granchi e altri microorganismi. Quasi il 90% dei campioni analizzati è stato infatti colonizzato da quelle che sono state denominate comunità “neopelagiche”, cioè organismi che abitano l’oceano e non la costa.
Il meccanismo di base non deve stupire, tutto quello che galleggia in mare viene ricoperto da batteri e organismi vegetali e animali, basti pensare agli scafi delle barche. Nel caso dell’isola di plastica, però, la novità è che questi organismi hanno a disposizione per proliferare una superficie molto più ampia e soprattutto in movimento. Un processo che sembra destinato ad accelerare sempre di più. La vita si sa, è un processo naturale, ma quando viene alterata da un materiale così lontano dalla natura allora sorgono dei problemi. Il pericolo è che la plastica possa trasportare specie invasive, dannose per gli altri ecosistemi con cui entreranno in contatto. L’ennesimo campanello d’allarme lanciato dalla Terra.