L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

L'editoriale di Longhi: Serra e il peso delle sentenze anticipate sul ko del Milan

I rossoneri falliscono l'annunciato sorpasso sull'Inter, ma il ko col lo Spezia va oltre il clamoroso errore dell'arbitro

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Fare previsioni o peggio emettere sentenze è la cosa più sbagliata. Soprattutto nel calcio. Materia empirica e mutabile di settimana in settimana. Tant’è che in queste ultime ore abbiamo assistito al primo stop dell’Inter dopo otto vittorie di fila, all’inatteso e clamoroso crollo casalingo del Milan contro lo Spezia (ancora alla terza di ritorno come un anno fa), alla resurrezione del Napoli, dato per disperso dopo le ripetute sconfitte al Diego Maradona, all’inseguimento a fari spenti della Juventus, e alla seconda goleada consecutiva della Fiorentina, sospinta verso l’Europa anche dalle chirurgiche punizioni di Biraghi.Tre nel giro di quattro giorni.

MILAN: UNO STOP CHE VA OLTRE L'EFFETTO SERRA
Il sorpasso virtuale del Milan sull’Inter, dato per scontato alla vigilia della gara con lo Spezia, si è invece tramutato in un sempre virtuale -5 dalla vetta. A San Siro ci sono stati errori clamorosi, uno più degli altri, quello dell’arbitro. Ma è nel destino di questo sport che accada qualcosa di imprevedibile quando una piccola va a vincere sul campo di una grande. Sarebbe molto più grave se una sconfitta come quella del Milan non lasciasse spazio a polemiche e recriminazioni. Giusto sparare sull’arbitro, ha sbagliato.Ma bisogna anche capire l’uomo Marco Serra, il suo dramma (i rossoneri lo hanno fatto). E’ stato precipitoso nel fischiare un falletto, ma è pure incappato in una delle rarissime situazioni in cui l’errore non può essere sanato dal Var. Tuttavia penso che Pioli non sia rimasto del tutto soddisfatto dalla sua squadra troppo spesso sorpresa dalle accelerazioni dei liguri. Il Milan si lecca la ferite, vede svanire nel nulla l’ipotesi sorpasso. Ma con un simile Leao, anziché deprimersi deve pensare positivo.

MACCHE' INVOLUZIONE! LE AVVERSARIE SI SNATURANO PER FERMARE L'INTER
Il pari di Bergamo ha invece alimentato strani sospetti sul futuro dell’Inter, come se la gara contro la Dea dovesse essere archiviata con una vittoria in scioltezza. Non è stato così, in ossequio al risultato finale. Tuttavia non penso che la squadra di Inzaghi stia decelerando per usura o per una sorta di involuzione. Semmai ritengo che - a partire dalla gara col Torino - gli avversari abbiano capito che la debbano affrontare con il primario obiettivo di impedirle la costruzione dal basso costringendo così Handanovic a vestire i panni inusuali del regista e a lanciare lungo per saltare il centrocampo. Hanno agito in questa maniera, riconoscendone implicitamente la superiorità ma limitandone la spettacolarità della manovra, grandi squadre come la Lazio, la Juventus (in Supercoppa) e la stessa Atalanta che ha costruito le sue chances realizzative andando ad aggredire i portatori di palla della squadra di Inzaghi.

UNA CLASSIFICA NON CRISTALLIZZATA E UNA JUVE DA CHAMPIONS
Alla luce di quanto è accaduto negli ultimi tre giorni si può affermare che il campionato non è affatto cristallizato sulla classifica attuale. Perché, oltre alle milanesi di cui si è detto, anche il Napoli sta rientrando in gara in coincidenza del rientro di alcuni campioni pesanti come Osimhen, mentre l’Atalanta può tenere testa a chiunque. E poi ecco la Juventus che viaggiando a fari spenti si ritrova a ridosso della zona Champions. I bianconeri non giocano bene, creano poco, ma nelle ultime otto partite hanno messo insieme sei vittorie e due pareggi. Viaggiano a un’andatura talmente elevata da far ricredere tutti coloro che ne avevano celebrato con troppo anticipo il rito funebre.

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