Il secondo anello di San Siro venne edificato nel 1955. I lavori durarono 528 giorni e non ci fu alcuna interruzione del campionato. La stessa cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro quando ci saranno i lavori di ristrutturazione di San Siro. Uno stadio rinnovato ma non un nuovo stadio. Perché Milan e Inter continueranno a giocare nella loro “storica casa” lo spiega Luigi Corbani, ex sindaco di Milano (alla fine degli anni ’80 in quota PCI) e ora alla testa del Comitato “Sì Meazza”.
“Del nuovo stadio si parla da anni ma non c’è nulla di concreto se non la volontà delle società proprietarie delle squadre milanesi (il Fondo americano Elliot e i cinesi di Suning) di fare business. I progetti presentati alla stampa non si sono mai tradotti in documenti ufficiali recapitati al Comune. E il Sindaco Sala dopo una campagna elettorale nel segno dell’ambientalismo ha molto imbarazzo a gestire una vicenda che di interesse pubblico ha ben poco”. Corbani spiega la sua convinzione con dati oggettivi: “Fino al 2026 San Siro non si può toccare. Il Coni ha stabilito che nello stadio milanese ci sarà l’inaugurazione delle Olimpiadi invernali. E nello stesso anno scatteranno i settant’anni dalla costrizione di San Siro. Questo vuol dire che la struttura diventerà, per legge, un bene culturale. Una tutela che praticamente renderà vano ogni tentativo di abbattimento. Del resto esistono già progetti di rinnovamento dell’impianto come quello di trasformare completamente il terzo anello o di abbassare il livello del campo di gioco”.
Dopo la stagione nella quale si ipotizzavano degli stadi di proprietà (soprattutto sponda Milan) dal 2019 si è virato sull’idea di abbattere e costruire un nuovo impianto sempre in zona San Siro. Il primo progetto aveva un piano edilizio da 165 mila metri quadri di aree comunali. Un piano faraonico bocciato senza appello da Palazzo Marino. Una seconda proposta, che doveva recepire le raccomandazioni del Comune, riduceva lo spazio a 145 mila metri quadri. Ancora troppi. Da tenere presente che la Legge sugli stadi del 2021 stabilisce che i Comuni possono assegnare volumetrie assolutamente proporzionali alle dimensioni dello stadio. E non è questo il caso visto che il costo complessivo del piano è di poco superiore al miliardo e lo stadio costa quasi la metà.
Sempre Corbani: “San Siro è uno stadio vivo e vegeto. A settembre si è disputata la finale di Europa League tra Spagna e Francia. Si giocano regolarmente partite di Champions League. Dal 2016, quando ci furono dei lavori di ristrutturazione per la finale di Champions League tra Real e Atletico Madrid, lo stadio è ai primi posti nel ranking Uefa. Poi c’è il problema conti. Quelli presentati il 21 dicembre per il nuovo impianto timbrato da Inter e Milan non tornano. Si parla di un costo complessivo per la Cattedrale (questo il nome dello stadio avveniristico che dovrebbe sostituire il Meazza n.d.r.) di 530 milioni: per un impianto da 60 mila posti. Ogni posto a sedere costerebbe 8200 euro. Nei 29 stadi di ultima generazione, costruiti recentemente in Europa, il costo per seggiolino è stato di 3800 euro. Qualcosa non va. Altro aspetto critico: nel nuovo stadio si punta a sostituire i tifosi con un pubblico elitario. Lo dimostra il fatto che i posti executive-corporate passerebbero da 3000 a 12.500. Da qualunque parte lo si guardi tutto il progetto ha il sapore della speculazione”.
Da aggiungere anche il cambio di scenario portato dalla pandemia. Il piano con la demolizione di San Siro e la costruzione del nuovo stadio prevede anche l’edificazione di torri, alberghi, uffici e centri commerciali. Il tutto circondato dal verde. Ma con lo smart working dilagante difficile che qualcuno scommetta su nuovi agglomerati per uffici. Parallelamente l’esplosione del commercio on line sta portando al fallimento di molti centri commerciali. Anche gli hotel, con il turismo in crisi, sarebbero una scommessa a rischio. Corbani e il “Comitato per Sì-Meazza" sono convinti. Lo stadio nuovo non si farà e San Siro durerà altri 70 anni.