Sabato scorso una nuova e violentissima fase esplosiva ha avuto inizio sulle isole Hunga Tonga-Hunga Ha’Apai, nella zona meridionale dell’Oceano Pacifico, un arcipelago composto da 170 isole situato a Sud, a metà strada tra la Nuova Zelanda e le Isole Hawaii. Il satellite giapponese Himawari-8 ha ripreso l’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga, un’esplosione così intensa da essere visibile anche dallo spazio. L’eruzione, l’ultima di una lunga serie, è durata ben otto minuti ed è stata così violenta da essere stata udita anche nelle Fiji, a più di 800 chilometri di distanza da Tonga. Lo tsunami scaturito dall’esplosione ha raggiunto l’isola principale del regno di Tonga, Tongatapo, colpendo in particolare la capitale di Nuku’alofa.
L’onda d’urto in aria, visibile dalle immagini satellitari, ha viaggiato con una velocità vicina a quella del suono, circa 1000 km/h, causando oltre all’effetto acustico, un fortissimo boato, anche un effetto pretorio che ha fatto saltare i barometri di tutto il pianeta, persino quelli italiani. Tutto il Pacifico, non solo quello meridionale luogo dell’eruzione, ma anche quello centrale e parte di quello settentrionale, è stato attraversato dall’onda di tsunami con effetti tangibili. Secondo la NASA, infatti, l’esplosione è stata cinquecento volte più forte della bomba atomica di Hiroshima. Ma questa non è la prima volta per l’Hunga Tonga-Hunga.
Negli ultimi decenni il vulcano ha eruttato regolarmente, anche se gli eventi del 2009 e quelli tra il 2014 il 2015 furono poca cosa se confrontati con la recente attività, estremamente esplosiva, che, secondo un recente studio di Shane Cronin, professore di Scienze della Terra all’Università di Auckland, interessa il vulcano all’incirca una volta ogni mille anni, l’ultima volta nel 1100 d.C. Le continue e ripetute esplosioni sono causate dal fatto che il magma quando entra velocemente a contatto con l’acqua produce una serie di esplosioni a catena.
(foto credit: Himawari-8, satellite giapponese)