LA CONFESSIONE

Nainggolan: "L'audio rubato? Tutto vero, all'Inter non ero a mio agio"

Da Anversa il centrocampista belga torna sul suo passato: "Lasciare la Roma è stata una delusione, ma il mio stile di vita non c'entra"

Radja Nainggolan ha lasciato l'Italia in silenzio, dopo che il passaggio all'Inter ne ha, di fatto, decretato la sua discesa inesorabile. Per colpa di chi? "Appena arrivato dissi che ero felice, ma che era più forte la delusione di essere andato via da Roma. E già non ero partito bene. Dopo il rigore sbagliato con la Lazio in Coppa Italia mi hanno iniziato a fischiare, mi sono venuti dubbi, è crollata la fiducia", ha detto il Belga a la Repubblica.

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"Se avessi avuto fiducia avrei potuto fare tranquillamente il mio in quella squadra. Conte è un grandissimo allenatore, ma con lui non ho avuto possibilità. Non abbiamo mai litigato, però: quando mi volevano mandar via, me lo hanno detto. E chi dice le cose in faccia lo apprezzo di più", ha aggiunto.

Non come al Cagliari... "La società ha fatto altre scelte, ma se mi dici una cosa e non la rispetti, con me hai chiuso". Tecnicamente Nainggolan ha vinto lo scudetto dello scorso anno con l'Inter. "Sì, ma io non lo calcolo. Per me vincere uno scudetto conta solo se lo vinci da protagonista".

Ma un po' di colpe non le ha? "Se uno fa tardi, beve, fuma una sigaretta, ai miei occhi non fa cose sbagliate. Poi il Nainggolan in campo rendeva facile accettare tutto: non mi sono mai preoccupato di cosa diceva la gente, tanti invece si nascondono. Gli audio? Ero io. Dicevo che volevo andar via, che volevo tornare perché non mi sentivo a mio agio. L'avevo mandato a un amico, ma sai Roma com'è, no? In un attimo lo avevano tutti. Dovevo saperlo, non sono stato molto intelligente, ma pazienza".

Tutto questo è costato anche la nazionale del Belgio: "Un po' sì. Lì ci sono grandissimi giocatori ma la mentalità è completamente diversa. Poi spesso non conoscono bene la persona, si fidano di ciò che viene detto. Mi è mancato un Mondiale, ma dopo l'ultima esclusione ho detto basta".

Sul suo presente ad Anversa, dove gioca ora: "L'Italia mi manca, i miei amici, i ristoranti, la gente. Ma il livello è diverso: le piccole giocano a viso aperto perché sanno che c'è qualcosa da prendere ovunque. Anche a San Siro. Lì una volta trovavi Pirlo, Seedorf, Thiago Silva: se prendevi tre gol andavi via col sorriso".

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