L'ANALISI

Crederci fino in fondo e l'ingresso di Diaz: così il Milan ha ribaltato il derby

Giroud è stato decisivo ma la scelta di Pioli e l'atteggiamento dei suoi sono state le chiavi giuste per rimontare l'Inter

Una doppietta in tre minuti, con un gol da incorniciare, basterebbe a inquadrare una vittoria in un derby così importante come la dimostrazione pratica di come bastino un paio di episodi a cambiare le partite. Se il Milan è stato in grado di ribaltarla, però, è perché è mentalmente sintonizzato sul match che sta disputando, senza concedere nulla alla distrazione o alla rassegnazione. Non c'è nulla di casuale ed è un'arma importantissima.

Anche in questo caso non si può non sottolineare l'importanza fondamentale di Pioli nel percorso psicologico di questa squadra. Un percorso che va di pari passo con l'aspetto tecnico. Anzi, qualche volta riesce a sopperire alle lacune tattiche che possone emergere dalle pieghe di una partita. La scelta di affidarsi a un pressing alto e con l'uomo come punto di riferimento, con la marcatura Kessie-Brozovic come esempio più chiarificatore di questa proposta di gioco, non ha dato i frutti sperati. L'Inter riusciva a risalire il campo senza grosse difficoltà, creando anche molto dalle parti di Maignan. In fase offensiva, poi, raramente si sono viste quelle combinazioni che hanno reso spesso di difficile lettura le giocate rossonere. Merito dell'Inter, certo, che costringeva al lancio lungo il portiere francese. 

L'ingresso di Messias ha forzato un Perisic scatenato a guardarsi un po' di più alle spalle, ma è stato il cambio Diaz-Kessie a sparigliare le carte. Lo spagnolo ha la capacità innata di trovare la posizione dietro i centrocampisti avversari. Non solo Brozo ma anche i suoi compagni di reparto nerazzurri sono stati spesso sorpresi dai suoi movimenti sulla trequarti. Il resto lo ha fatto Giroud, un attaccante troppo spesso sottostimato, se si pensa che è stato il centravanti titolare della squadra campione del mondo in carica ed è uno dei migliori in assoluto nel gestire i palloni spalle alla porta. Poi c'è l'atteggiamento mentale di chi non si dà mai per morto. Una qualità che solo un gruppo cementato dal proprio allenatore può inserire stabilmente nel suo bagaglio. 

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