La sconfitta di San Siro in Coppa Italia poteva anche essere messa in conto. Quello che deve suonare come una serio campanello d'allarme per la Roma è il bilancio contro le squadre che la precedono in classifica. Un rendimento in perfetta linea con quello dell'anno scorso, quando alla guida dei giallorossi c'era il criticatissimo Fonseca. E' arrivato Mou, l'uomo che avrebbe dovuto cambiare il trend e la mentalità di una squadra pronta a puntare in alto, ma le cose non sono cambiate. Anzi...
In campionato la Roma ha pareggiato contro il Napoli e vinto nettamente a Bergamo con l'Atalanta. Per il resto solo sconfitte, alcune allucinanti (come quella in casa contro la Juventus partendo da un rassicurante 3-1), altre particolarmente dolorose (il derby), altre ancora senza attenuanti (il netto tracollo casalingo con l'Inter). Ora è arrivata anche l'eliminazione dalla Coppa Italia, a sancire l'addio a un torneo che avrebbe potuto dare un senso alla complicata stagione giallorossa. La sconfitta di San Siro, poi, non ha fatto altro che mettere in mostra una tendenza preoccupante anche dal punto di vista del gioco. La fase difensiva, compatta e stretta, è sempre stata una delle componenti strategiche fondamentali del calcio di Mou. La sua Roma, però, non sembra proprio una fortezza inespugnabile e la facilità con cui l'Inter è riuscita a sviluppare le sue trame uscendo dal basso senza trovare grandi ostacoli, soprattutto in avvio di partita, è stata una delle chiavi della vittoria nerazzurra.
Se si concede alla squadra di Inzaghi la possibilità di sviluppare il suo calcio si è condannati in partenza. Mou ha provato a sporcare la manovra avversaria facendo ballare le due punte tra i tre centrali dell'Inter e schermando Brozovic con Mkhitaryan. Senza troppa aggressività, però, i nerazzurri sono riusciti senza problemi a uscire passando dall'esterno e innescando i movimenti incontro degli attaccanti. E' andata un po' meglio quando l'armeno è stato portato in linea con gli altri centrocampisti per creare un blocco più compatto, ma ormai i giochi erano fatti. La cosa che più preoccupa i tifosi giallorossi, però, è il fatto che dopo più di sei mesi di gestione Mourinho ancora non siano chiare le sue idee di gioco nello sviluppo tattico della Roma nelle varie fasi di gioco. Non una cosa da poco per chi è considerato un santone del calcio mondiale.