E' vero che mancano undici giornate alla fine del campionato ma la suggestione vintage di uno scontro da fine anni '80, rende Napoli-Milan una partita che ha tutte le caratteristiche del match decisivo. Proprio nello stadio intitolato a colui che ha reso immortale la vigilia di quel primo maggio del 1988 che segnò una cesura netta tra un prima e un dopo nel calcio italiano. Spalletti e Pioli sono lontani dalle lotte ideologiche del tempo ma hanno la stessa necessità di punti di Bianchi e Sacchi di più di 30 anni fa.
La partita si deciderà anche sulla capacità di gestire il pressing a favore e contro. Pioli proverà ad andare a "prendere" alti i difensori del Napoli, anche se non per tutta la partita, ma le giocate di Spalletti per uscire dalla pressione avversaria sono l'arma in più degli azzurri di questa stagione. Uscire dall'aggressione e trovare i compagni tra le linee o sull'esterno. La spinta, anche interna, di Theo Hernandez, per esempio, dovrà per forza essere valutata con attenzione, visto che si rischia di concedere campo a Politano. Tanti i duelli interessanti tra due squadre che non rinunciano a giocare e a sfruttare le molte armi a disposizione. Il Milan si appoggia alle sponde di Giroud, il Napoli alla ricerca della profondità di Osimhen, costringendo i difensori a scelte e a scalate differenti.
Al di là degli aspetti tecnici e tattici, la partita del Maradona ha la suggestione della partita scudetto. Stessi punti, uno in meno dell'Inter che deve recuperare con il Bologna, e la certezza che una vittoria non solo porterebbe alla testa solitaria della classifica ma che la spinta psicologica di un successo così importante potrebbe dare da qui alla fine del campionato.