Milano Capitale, uno scudetto che si tinge di rossonerazzurro. Milan a 60 punti, Inter a 58 (con da recuperare la partita di Bologna), Napoli fermo a 57 e Juventus in risalita a 53. Insomma, nelle 10 giornate che mancano per assegnare il titolo ci sarà da divertirsi…
PRIMA VOLTA – La sfida tra pelati ha il sapore del tortellino emiliano piuttosto di quello di una succulenta fiorentina. Insomma, Stefano Pioli batte Luciano Spalletti per la prima volta in carriera. Fino a ieri lo score era di 8 vittorie spallettiane e 3 pareggi. Grazie a Giroud… c’è sempre una prima volta.
GRANDE CON LE GRANDI – Espugnare Napoli è un’impresa. Così come fare 21 punti in 10 partite contro le prime 6 squadre che lo seguono in classifica è un buon viatico per sperare di mettere le mani sullo scudetto numero 19 della sua storia. Questo Milan finora negli scontri diretti ha perso solo una partita su 10. Ha fatto il pieno (6 su 6) contro la Roma, ha conquistato 4 punti su 6 nel derby, 3 punti contro il Napoli (sconfitta a San Siro e vittoria ieri), due pareggi contro la Juventus e, in attesa di giocare le gare di ritorno, ha vinto le sfide di andata contro Atalanta (a Bergamo) e Lazio (al Meazza).
RIGORI – Una premessa: la vittoria del Milan non fa una piega. Sui due rigori reclamati nel primo tempo la nostra impressione (da ex moviolista di Controcampo…) è che non ci fosse quello su Bennacer (il contatto con Koulibaly ovviamente c’è ma il difensore senegalese è piantato a terra immobile e non va a cercare l’avversario) e che potesse essere fischiato quello su Osimhen (Tomori va in scivolata, non trova palla e colpisce il centravanti azzurro, piede destro del difensore sul sinistro dell'attaccante).
APPLAUSI – Probabilmente (anzi, quasi certamente) Franck Kessie il prossimo anno non vestirà più il rossonero. Ma i tifosi milanisti non possono non applaudirlo. Al Maradona è stato (come Bennacer) un gigante lì in mezzo. E le speranze tricolori della squadra di Pioli passano anche dai suoi piedi e dalla sua testa. Lucida non solo per il look.
RIMONTA – Nonostante la grande rimonta in atto ci sentiamo di dare ragione a Massimiliano Allegri: scudetto Juve praticamente impossibile, non tanto e non solo per i punti di distacco dalla vetta (7 dal Milan, virtualmente 8 dall’Inter, 4 dal Napoli) quanto per il fatto di dover fare la corsa contemporaneamente su tre squadre. Certo incoraggiano i numeri dei bianconeri, arrivati alla 14esima partita utile consecutiva (ultimo stop lo 0-1 casalingo del 27 novembre contro l’Atalanta). A secco nelle prime 4 giornate, la Signora conquistò la prima vittoria in questo campionato proprio a La Spezia il 22 settembre 2021. Dal 3-2 del Picco all’1-0 dello Stadium, da Spezia a Spezia, la Juventus in 24 gare ha messo insieme 51 punti frutto di 15 successi, 6 pareggi e soltanto 3 sconfitte. Ma la strada per il 37esimo tricolore appare davvero impervia.
POLVERI BAGNATE – La notizia è che contro lo Spezia il capocannoniere del campionato Dusan Vlahovic non ha fatto un tiro in porta. Per carità, il suo apporto alla squadra non è mancato (ha dato il via cedendo palla a Locatelli all’azione del gol vincente di Morata): Ma inquieta ugualmente lo zero alla casella occasioni per DV7. Non è un caso che le ultime 4 vittorie bianconere tra campionato e Coppa Italia siano state tutte di misura: nell’ordine 2-1 al Sassuolo (con autogol provocato da Vlahovic all’88esimo), 3-2 a Empoli, 1-0 a Firenze (con autorete provocata da Cuadrado in pieno recupero) e 1-0 allo Spezia. Di più. Dei 23 successi stagionali della Juve, ben 13 sono stati “di misura”, 8 con due gol di scarto e soltanto 2 con un divario maggiore (senza esagerare: 3-0 in casa del Malmoe in Champions e 4-1 in casa contro la Samp in Coppa Italia). Numeri non… da grande.
MISTER X – Alexander Blessin, tecnico tedesco del Genoa, è l’unico dei 20 allenatori della Serie A (29 comprendendo anche quelli esonerati) ancora imbattuto. Per lui 6 partite e 6 pareggi. Magari non il massimo per portare il Grifone in zona salvezza. Ma comunque una bella medaglia da apporre al petto.