Maurizio Arrivabene non si nasconde e ci mette la faccia. Il giorno dopo l'eliminazione l'ad della Juventus parla al Corriere dello Sport: "Non cambia quello che è il nostro piano triennale dove dobbiamo coniugare l’aspetto finanziario con quello sportivo". Da qui nascono i problemi per il rinnovo di Dybala e il dirigente bianconero è trasparente: "Le cifre riportate sull’accordo di ottobre sono corrette (8 milione di parte fissa più due di bonus). L’aumento di capitale ha cambiato tutto e ci sono quattro parametri da rispettare: aspetto tecnico, numero delle presenze effettive, durata del contratto e valore economico del calciatore".
Ora c'è in agenda l'incontro con l'entourage dell'argentino: "Abbiamo rimandato a dopo il Villarreal per volontà di Allegri ma il 17 dicembre ho detto all’agente di Dybala che lui era libero siccome in quel momento non potevo chiudere l’operazione, è un atto di estrema onestà. Ora dipende da lui".
Arrivabene ricostruisce anche l'acquisto di Vlahovic: "È stato funzionale alla prossima stagione. Si stava avvicinando un’asta con club spagnoli e inglesi in cui non saremmo stati competitivi. Abbiamo cercato di comprendere se fosse acquistabile subito e le uscite per renderlo sostenibile: i conti tornavano, l’abbiamo esposto ad Agnelli e il CdA lo ha autorizzato. Non avevamo un accordo con il calciatore prima di questo momento, agiamo con trasparenza".
Sulla missione in Ucraina: "Ho visto una sera le immagini terribili della guerra in Ucraina e ho voluto fare qualcosa, volevo andarli a prendere. Abbiamo organizzato grazie alla moglie di Agnelli e con i due pullman delle squadre (maschile e femminile) ci siamo portati tre Jeep colme di generi alimentari e medicine. Siamo andati al confine con l’Ungheria, a Zahony, e abbiamo portato in Italia sessantasei bambini grazie alla Regione Piemonte e alla Protezione Civile. Ora sono a La Morra, in provincia di Cuneo, al sicuro. Ho trovato un’immensa dignità e ci hanno regalato dei fiori".