Martedì il ritorno al lavoro, con chi c'è, con chi non è insomma partito per raggiungere le rispettive nazionali (tra questi De Vrij e Brozovic, alle prese con il recupero post-infortunio ad Anfield). Obiettivo ripresa: ripresa fisica, psicologica, morale. Il tutto per la Juve (si giocherà domenica 3 aprile alle 20.45. l'ufficialità è attesa per oggi), incontro decisivo dopo questa sosta che all'Inter si augurano possa essere rigenerante. Match decisivo per le residue speranze di rimonta dei nerazzurri, non certo per altro. E per altri. Tutti (squadra, tecnico, dirigenza) sono consapevoli dell'involuzione degli ultimi mesi. I punti - sette in sette partite - sono lo specchio di una crisi non solo tecnica. C'entra il fisico, molto lo sta facendo però anche la testa. Ma a chi - sui social e non solo - chiede invece che cadano teste o che si istruiscano processi sommari, la società replica con la tranquilla fermezza di chi ha la barra dritta sull'obiettivo. E le idee chiare sul futuro.
E l'obiettivo dell'Inter è mantenere altissima la propria competività, il che significa puntare allo scudetto (alla "seconda stella" come ha più volte detto l'amministratore delegato Beppe Marotta) ma non necessariamente doverlo vincere. Ci si punta, nessuno si nasconde dietro giri di parole (il club campione in carica non può permettersi di farlo) ma non esistono "obblighi". A Simone Inzaghi è stato chiesto di passare il girone di Champions e di lottare per riconfermare il successo dell'anno scorso. Il tecnico nerazzurro ha già messo in bacheca la Supercoppa e si gioca ancora la possibilità di arrivare in finale di Coppa Italia. Al netto del momento attuale, e di errori/sbavature che in società riconoscono ma non ingigantiscono, è dunque in linea con i programmi. Le voci su un Inzaghi sotto processo alimentano dunque al momento sorrisi: il management e la proprietà sono assolutamente convinti della bontà della scelta compiuta un anno fa, scelta che ripeterebbero e che sono pronti a rafforzare. In discussione c'è infatti non la permanenza del tecnico ma anzi un prolungamento del suo contratto.