Nicolato non si nasconde: "Il calcio italiano ha problemi profondi, non basta tagliare due teste"
Il ct dell'Under 21: "La Macedonia del Nord è solo la punta dell'iceberg"
Per il secondo Mondiale consecutivo l'Italia non parteciperà, dopo aver chiuso ai gironi le due esperienze precedenti. L'exploit di Euro 2020 aveva illuso un po' tutti, poi la doccia gelata della Macedonia del Nord e il buio profondo. "Il problema del calcio italiano è profondo - ha commentato il ct dell'Italia Under 21 Paolo Nicolato dopo il pareggio in Montenegro -. Non è tagliando due teste che si risolve, ma bisogna fare qualcosa".
Dopo lo 0-1 subito in casa dalla Macedonia del Nord, la parola "dimissioni" era quella più in voga. Il ct Nicolato però è conscio che la questione non è colpa di una o due persone e di una partita: "Questa è la punta dell'iceberg che è quasi totalmente sommerso. Dobbiamo scavare e trovare il modo di risolvere le cose all'interno perché il problema è più strutturale. Nessuno deve girare la testa dall'altra parte, è il momento di unire le forze e le competenze per tirare fuori qualcosa di buono dal nostro movimento".
A livello di Mondiale, dopo la vittoria del 2006 c'è stato il nulla: "C'è una tendenza che parte dal 2010 dove non abbiamo passato il girone - ha continuato Nicolato -. In Italia siamo tutti bravi a criticare, ma quando c'è da fare e lavorare potremmo fare di più. Servono idee e competenze, ma servono modifiche strutturali i cui frutti, buoni o meno, li vedremo solo tra 5-6 anni".
Sui giovani italiani - "E' vero che ci sono pochi ragazzi italiani che giocano - ha concluso Nicolato, che coi ragazzi sta lavorando da anni -, ma è anche vero che il livello è piuttosto basso perché c'è stato un grosso disinvestimento nel settore giovanile. Le società sono in difficoltà, ma è proprio lì che dovranno essere fatti gli interventi".