Il potenziale della macchina è altissimo e largamente inesplorato, la formazione piloti altamente esplosiva. Eppure continua a mancare l'innesco, la scintilla in grado di accendere la Mercedes e di riportarla al centro di una scena che però - ormai è chiaro - le Frecce d'Argento dovranno ormai condividere con la Ferrari. Oltre che con la "solita" Red Bull. Due settimane di tempo per trovare il bandolo della matassa tra le complesse caratteristiche tecniche della W13 prima del GP d'Australia, già una gara da "dentro o fuori", per evitare che vada tutto... Down Under, che il mondo Mercedes si capovolga davvero.
Ad essere in un certo senso invertite sono intanto le posizioni di Hamilton e Russell nella classifica generale. Lewis ha ereditato dal doppio passaggio a vuoto Red Bull a Sakhir un podio fortunoso e poi rimasto un miraggio a Jedda, dove il Re Nero ha racimolato solo il singolo punto del decimo posto: il minimo sindacale. Anzi, molto meno, visto il personaggio ed il palmares. Totale: sedici punti nelle due date del tour mediorientale che ha dato il via al Campionato del Mondo. Il problema è che il coinquilino Russell è inaspettatamente davanti, a quota ventidue. Il "Quiet Englishman" ha timbrato il cartellino sia a Sakhir che a Jeddah: quarto e quinto rispettivamente. In entrambi e casi senza troppo brillare. Per dirla con le sue stesse parole sui social dopo il GP saudita: "Gara piuttosto solitaria, stasera..." Come dire: senza lottare o meglio senza avere la possibilità di lottare con quelli davanti: Perez e Sainz.
Non se lo aspettava certo, il pilota di King's Lynn, un avvio di nuova avventura così incolore e "faticoso", al volante di una Freccia spuntata e palesemente sprovvista della velocità di punta necessaria per agganciare la diretta concorrenza. Soprattutto dopo il debutto a sensazione di Sakhir 2020 al posto di Lewis Hamilton.
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Già, Hamilton: vale la pena puntare i fari sul fattore umano, giacché sul fronte W13 i dati a nostra disposizione sono pochi. Si limitano in sostanza alle classifiche (che parlano sufficientemente chiaro) ma soprattutto li padroneggiano solo gli ingegneri del team che non li condividono certo oltre la ristretta cerchia del management e dei piloti. Parole, smorfie, sguardi sono invece patrimonio comune anche di chi osserva e prova a capire. Ed allora, Hamilton e Russell: una relazione ancora largamente indecifrabile, perché non ancora messa alla prova da una sfida vera, al vertice. Conviene collaborare, serve unità d'intenti ma - da questo punto di vista - il binomio può funzionare e rendere alla massima potenza? Le domande superano abbondantemente le risposte, fin tanto che la performance continuerà appunto a latitare. George ha probabilmente bisogno di un modello come Hamilton, ma di un Hamilton al top. Un punto di riferimento certo e motivato al massimo.
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Il punto, forse, è anche questo. Hamilton non è certamente in crisi (non può esserlo dopo un weekend storto, un rarissimo weekend storto) ma è davvero motivato come e quanto gli anni scorsi? Le scorie della sfida 2021 potrebbero non essere ancora state smaltite. Di più: potrebbero invece essere state... interiorizzate in modo profondo e... definitivo e condizionare il sette volte iridato. Da questo punto di vista, lo stato di grazia di Leclerc e Verstappen e il dato di fatto (una nuova sfida per il titolo) complica ulteriormente la risalita. Aggiungete i sette titoli già nel carniere, aggiungete una personalità forte e multiforme, anzi multitasking. Lewis non è solo un pilota di Formula Uno, non è solo un sette volte campione del mondo: è una star, un personaggio globale. Possiede carisma, senso etico, ambizioni che sconfinano ormai dalle piste del Mondiale: quelle che (e non gliene facciamo certo una colpa) rappresentano al momento la magnifica ossessione di Leclerc e Verstappen. È molto presto per parlare di crisi-Hamilton, è prematuro classificare il 2022 di Lewis come... l'appendice anomala di una carriera straordinaria. Ma la questione resta come minimo aperta: a trarne vantaggio sarebbero (sono già) Leclerc e Verstappen. A "pagarne" le conseguenze sarebbe soprattutto Russell, the Quiet Englishman.