Mentre prosegue il dibattito pubblico sul Nuovo San Siro, a mille giorni dalla presentazione del primo studio di fattibilità del progetto Inter e Milan ribadiscono la necessità di arrivare rapidamente alla fumata bianca e avere tempi certi per la realizzazione dell'impianto sportivo. Tutto tenendo sempre in considerazione anche altre ipotesi sul territorio fuori da Milano.
"Mi aspettavo che fossimo più celeri a Milano. Milano è una città del fare e speravo che su questo progetto ci fosse un'unità di intenti - ha dichiarato il presidente del Milan Paolo Scaroni ai microfoni di "Tutti Convocati" su Radio 24 - . Così non è stato. Il nostro Paese lo conosciamo, siamo bravi a perdere occasioni perché la burocrazia ci frena". Gli fa eco il Chief Executive Officer dell'Inter Alessandro Antonello: "Siamo partiti con tanto entusiasmo, ma il sistema Italia non aiuta sulle grandi infrastrutture, soprattutto quelle sportive. I tempi si sono prolungati oltre il dovuto".
"Inter e Milan hanno la stessa visione e le stesse ambizioni - ha proseguito Scaroni -. Vogliono giocare un ruolo di primo piano nel calcio europeo e vogliono gli stessi strumenti per raggiungere questo obiettivo". "Lo stadio è il primo ingrediente per avere successo - ha continuato -. Lo pensano i club e anche i tifosi. Mi sembra incredibile che Milano non si doti di un impianto moderno. Capisco i nostalgici, ma Milano deve essere all'avanguardia". "Quello che è mancato è che il progetto è rimasto quello di Milan e Inter, non è mai diventato il progetto della politica milanese, maggioranza e opposizione. Non è qualcosa per noi, ma per Milano - ha proseguito -. Mi sono informato sul dibattito pubblico, i tempi si possono accorciare e confido avvenga anche a Milano. Noi procederemo a dare tutti gli elementi per il dibattito pubblico al Comune".
"San Siro è iconico perché ci hanno giocato Inter e Milan, non di per sè - ha aggiunto Scaroni in relazione alla possibilità di spostare il progetto da Milano -. Se le due squadre andassero a giocare da un'altra parte, con il tempo, diventerebbe altrettanto iconica quest'altra parte". "Una delle ragioni per cui guardiamo fuori Milano è perché sposeremo il progetto con i tempi di realizzazioni più brevi, abbiamo urgenza di avere un nuovo stadio - ha continuato -. Se in un altro comune i tempi si restringono, ci piacerà di più rispetto a San Siro dove magari serviranno cinque anni".
"Quando si presentano progetti così importanti bisogna sempre avere piani alternativi - ha dichiarato invece Antonello sulla questione -. Siamo investitori che guardano in maniera concreta alle opzioni sul territorio. Nel momento in cui avremo tutti gli elementi per una decisione prenderemo quella migliore per i club". "I club con i quali Inter e Milan si incontrano in Europa hanno entrate da stadio che sono il triplo delle nostre, senza infrastruttura non c'è competizione", ha aggiunto.
"Quando si ha nuovo stadio il numero di spettatori cresce del 50% - ha sottolineato ancora Scaroni -. I nostri diritti tv internazionali li vendiamo a poco, una ragione sono gli stadi che non appaiono bene in tv, non sono pieni come devono, anche questo è un ingrediente del successo".
Poi qualche considerazione sui conti, sul mercato e sulla lotta scudetto. "La sostenibilità economica è diventata necessità per tutti quindi quando un giocatore fa richieste insostenibili accettiamo anche di perderlo a parametro zero - ha spiegato Scaroni -. Al Milan la sostenibilità economica del club è necessità assoluta". "Gazidis e Maldini con i costi sotto controllo hanno ottenuto risultati sportivi straordinari, prima di tutto per la scelta di Pioli che resterà a lungo con noi", ha aggiunto. "Scudetto al Milan? Io nel budget ho scritto di arrivare almeno quarto... - ha continuato il presidente rossonero -. Tutto quello che arriva in più è meraviglioso e non pongo limiti alle capacità della nostra squadra".
"Sostenibilità economico-finanziaria è il tema cruciale, il mondo è cambiato e cambiano le priorità - ha dichiarato invece Antonello -. Anche a livello Europeo si cambiano i termini, i nuovi paradigmi sono diversi e vanno considerati per lo sviluppo dei club". "Il progetto Super League era un grido d'allarme nei confronti di una situazione drammatica confermata dai numeri dei bilanci con grandissime perdite - ha aggiunto -. Era un modo per dire che il sistema calcio andava rinnovato". "Comunque voglio rassicurare i tifosi - ha proseguito l'ad nerazzurro -. Nonostante le manovre estive, la competitività della squadra è rimasta ai massimi livelli e siamo ancora in lotta per il campionato. Dobbiamo fare un mercato adatto per sostenibilità e competitività e stiamo lavoriamo con Marotta per trovare il giusto equilibrio". "Lo scudetto? E' importante vedere che le due squadre di Milano siano tornate a competere per il titolo - ha concluso Antonello -. Quando si scende in campo, lo si fa per vincere. La battaglia si risolverà alle ultime giornate ed è questa la bellezza del nostro campionato".