Tra due mesi esatti sarà passato un anno da Danimarca-Finlandia di Euro 2020, partita che ha segnato un prima e un dopo nella vita di Christian Eriksen. Se per il centrocampista ex Inter, ora al Brentford, c'è stato un dopo è anche merito di Simon Kjaer, tra i primi a soccorrerlo in campo dopo il collasso. Il gesto del difensore del Milan gli è valso il premio Hall of Fame del Calcio Italiano dedicato ad Astori: "Ricordo Davide in campo e ovviamente la sua trafice fine, Pioli me ne ha parlato molto. Qualcosa che rende ancora tutti tristi, e sarà così per sempre. Per me questa è un'opportunità per onorare il nome suo nome".
Kjaer è tornato su quel pomeriggio del 12 giugno: "Alcune cose e alcuni momenti di quel giorno rimarranno con me per sempre. Devo ammettere però di aver chiuso quel capitolo, e di non aver nemmeno troppa voglia di parlarne ancora. Ma per parlarne qui, con gratitudine verso la Figc e per mostrare il mio rispetto a Davide Astori e onorare la sua eredità, per questa volta ho deciso di riaprire nuovamente questo capitolo".
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Il difensore danese, che sta recuperando dall'infortunio al crociato del ginocchio sinistro, continua: "Quando stavo correndo in direzione di Christian non avevo idea, così come nessuno dei miei compagni, che avesse avuto un arresto cardiaco. L'unica cosa a cui pensavo era di raggiungerlo il più in fretta possibile e di aiutarlo. Questa è la cosa più importante. Se vedi qualcosa di strano devi agire, e devi farlo in fretta".
Kjaer ha anche parlato di Serie A: "Qui mi sento a casa. A volte i sogni si avverano: ricordo che tanti anni fa, quando ancora giocavo a Palermo, dissi al mio agente che mi sarebbe piaciuto tantissimo farlo nel Milan. Ho ancora tanti sogni e obiettivi, ma il più grande di tutti è vincere lo scudetto col Milan".