ciclismo

Colbrelli: "Non sono un ex. Si sono dette tante cose non vere sul mio conto"

Il vincitore della Parigi-Roubaix racconta la sua vita dopo l'intervento al cuore: "Sono molto fortunato. La gara quest'anno la guardo coi miei figli"

Domenica 17 aprile ritorna la Parigi-Roubaix. Il vincitore della scorsa edizione Sonny Corbelli, non ci sarà, ma guarderà la gara a casa coi suoi figli.  "Ho sentito la voce che gli organizzatori mi avrebbero invitato, ma non è arrivato nulla di ufficiale alla squadra. Non ci sarei andato, comunque. Non mi sento ancora un ex...", dichiara in un'intervista alla Gazzetta. Gli appassionati di ciclismo hanno ancora in mente le immagini del lombardo sul pavè, tra fango, ciottoli e pioggia, che sfreccia verso il velodromo della cittadina a Nord della capitale francese vincendo la monumento 22 anni dopo l'ultimo italiano a farlo. Al momento la decisione di tornare in bici, è rimandata. L'arresto cardiaco del 22 marzo, qualche metro dopo l’arrivo di una tappa della Volta Catalunya, lo costringe a vivere con un defibrillatore sottocutaneo, proprio come Eriksen. Ogni precauzione del caso è opportuna: "Se sono risalito in bici? No, attendiamo il prossimo step". E poi, con un velo critico: "Ci sarà un momento in cui faremo tutte le valutazioni, poi decideremo. Ho letto tante cose non vere sul mio conto...".

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Adesso il Corbelli marito e papà è felice così. Contento di "essere vivo, tanto per iniziare, sono fortunato, molto fortunato". Ora è il momento di dedicarsi alla famiglia: "Ho mostrato ai miei figli la replica della Roubaix. Ridono come matti quando vado giù per terra dopo l’arrivo ‘Papà sei caduto, devi stare attento’. E poi: ‘Ma eri tutto sporco di fango, allora anche noi possiamo andare nelle pozzanghere... Non so se sia più dura una Milano-Sanremo oppure un fine settimana appresso ai bambini...". La vittoria all'esordio nella Parigi-Roubaix rimane, così come il "il trofeo con il pezzo di pavè", che "lucida quasi ogni giorno". A ricordare un'impresa, battendo i ben più quotati Van der Poel, Vermeersch e Pogacar, che rimarrà per sempre nella storia del ciclismo italiano.  

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