Sei volte consecutive senza subire gol (sette se si considera la Coppa Italia). Un primato che solo Rocco e Capello (due che consideravano la difesa come il fulcro della loro attività di allenatori) erano stati in grado di regalare al Milan. Pioli ha in testa un calcio diverso ma tra la teoria e la pratica c'è sempre di mezzo il campo, che ultimamente era stato impietoso alla voce fase realizzativa. Contro il Genoa sono arrivati anche i gol e i rossoneri possono tornare a credere nel grande sogno scudetto.
Nemmeno l'assenza dell'ultimo minuto di Calabria ha scosso più di tanto le logiche di un Milan abituato da parecchio tempo a confrontarsi con l'emergenza. Pioli, per cercare di uscire dall'aggressività costante che è il punto di forza della squadra di Blessin, ha scelto un 4-3-3 con Tonali vertice basso e Bennacer e Kessie chiamati ad agire come mezzeali alle spalle dei centrocampisti genoani. L'ivoriano, poi, è riuscito a dare vita a una catena di sinistra particolarmente attiva, con Theo spietato nei suoi movimenti alternati tra spinta esterna e centrale, e un Leao tornato decisivo in zona-gol.
La fase difensiva, poi, non è mai stato un grosso problema e anche la partita con il Genoa lo ha confermato. Non si resta così tanto tempo senza subire gol, in ogni caso, se non si ha a disposizione anche un portiere affidabile come Maignan, il vero colpo di una dirigenza che ha saputo affrontare nel migliore dei modi quello che sembrava un problema insormontabile come la partenza di Donnarumma. La partita contro i rossoblù, comunque, ha dato dei segnali positivi più dal punto di vista psicologico che tecnico. Il Milan sembrava affetto da ansia da prestazione realizzativa e il fatto di essersi sbloccati in avvio ha permesso ai rossoneri di affrontare la gara con un altro atteggiamento mentale. Quello che deve riuscire a mantenere fino a fine stagione.