Si alza il sipario sugli Internazionali BNL d'Italia, il torneo romano su terra rossa che raccoglie il meglio del tennis mondiale femminile e maschile. Il tutto dal 2 al 13 maggio, immerso in un posto dal fascino senza tempo: il Foro Italico. Location suggestiva, che contribuisce a rendere ancora più speciale un torneo che, insieme al Roland Garros e al Masters di Monte Carlo, compone lo Slam Rosso, il trittico di tornei su terra rossa più importanti al mondo.
E pensare che la genesi di questo torneo, in realtà, avviene a diversi chilometri di distanza dalla sua attuale casa. La storia degli Internazionali comincia infatti nel 1930 presso il Tennis Club Milano, in via Arimondi. Solo cinque anni più tardi il trasloco definitivo in quel di Roma, per spostarsi poi in tre soli momenti. Nel 1961, quando in occasione del centenario dell’Unità d’Italia il torneo si disputò allo Sporting di Torino. Le altre due, invece, solo per il torneo femminile, che negli anni '80 trovò posto prima a Perugia e poi a Taranto.
La finalissima si disputa sul nuovo campo centrale che, inaugurato nel 2010, ha preso il posto del meno capiente Stadio della Pallacorda, intitolato a Nicola Pietrangeli dal 2006. Alla cerimonia d'inaugurazione del nuovo stadio di tennis di Roma parteciparono, tra gli altri, anche Roger Federer e Rafa Nadal. In tre occasioni ha ospitato inoltre degli importanti eventi di pallavolo, tra cui la gara inaugurale dei Mondiali maschili del 2018 tra Italia e Giappone.
Nove i successi italiani, tra maschile e femminile, nella storia degli Internazionali. La prima porta la firma di Emanuele Sertorio, che nel 1933 ha avuto la meglio in tre set sul francese Legeay. L’anno successivo fu la volta della prima finale tutta italiana: Palmieri (vincitore) contro De Stefani. Poi, dopo il successo di Gardini, nel 1957 l’avvento di Pietrangeli che conquistò prima finale e prima vittoria. Nuovamente finalista nel 1958, battuto da Rose, vinse la prova torinese del 1961 su Laver e giocò la sua ultima finale romana nel 1966 contro Tony Roche. Dieci anni più tardi, il Foro tornò a parlare la lingua del nostro tennis grazie a Panatta, vincitore nel 1976 sull’argentino Vilas.
In campo femminile si deve alla milanese Lucia Valerio il primo successo per i nostri colori. Finalista nel torneo inaugurale del 1930, battuta dalla spagnola de Alvarez, Lucia conquistò il titolo nel 1931 superando la statunitense Andrus. Alla ripresa, dopo la guerra, subito un titolo italiano grazie ad Anneliese Bossi, poi una lunghissima attesa, addirittura 35 anni, prima di rivedere un’italiana sul podio più alto grazie a Raffaella Reggi vincitrice nell’edizione del 1985 a Taranto.
Amara l'edizione del 2014, in cui Sara Errani di fatto non ha potuto giocarsi la conquista del titolo. Dopo aver battuto Makarova, Li Na e Jankovic, a metà del primo set della finale, la romagnola si è infortunata alla coscia sinistra: l’orgoglio di restare in campo fino all’ultimo, ma anche l’impossibilità di difendersi contro una dominante Serena Williams.
Nell'albo doro femminile svetta Chris Evert con cinque titoli, seguita da Gabriela Sabatini e Conchita Martinez con quattro. Domina Rafa Nadal, invece, tra i maschi. Sono dieci i successi del mancino, con Nole Djokovic che insegue a quota cinque. L'ultima edizione ha riproposto la sfida tra i due fuoriclasse del tennis mondiale, con il maiorchino a trionfare in tre set e conquistare il suo 88º titolo in carriera, 62º sulla terra rossa.