Due tweet e niente di più. Uno, vecchio ormai di qualche giorno, con i complimenti del presidente Al Ardhi al Milan dopo il successo sul Genoa. Il secondo, di nemmeno 24 ore fa, dell'ambasciata del Bahrain nel Regno Unito che, di fatto, ha confermato l'esistenza di una trattativa per il passaggio del club da Elliott a Investcorp. Nonostante i vari rumors di questi giorni, figli di un lavoro incrociato, dal Barhain non trapela nulla. La risposta a qualunque domanda è sempre la stessa: non abbiamo commenti da fare. Il che, se da una parte certifica le discussioni in atto tra le parti, dall'altra misura la serietà del fondo arabo, abituato evidentemente e giustamente a parlare "a tempo debito". Altra risposta che ci è stata recapitata.
Certo è che qualcosa, sia pure di sbieco, arriva. Che la linea tecnico-dirigenziale dovrebbe andare verso la riconferma - e parliamo di Maldini, Massara, Moncada e Pioli - e che semmai verrà rivalutato il ruolo di Gazidis, uomo Elliott che, per opportunità, potrebbe decidere di fare un passo indietro salvo, magari, essere poi rimesso al suo posto dalla nuova proprietà. Il primo punto, anche se è banale, è proprio questo: i colloqui tra la parti sono intensi e avanzati, ma l'affare non è ancora chiuso e tanto basta, a Investcorp, per non sbilanciarsi. Come dicevamo, a "tempo debito" è la risposta che arriva a ciascuna domanda.
Il resto, insomma, ruota sul piano delle supposizioni, in parte supportate dai fatti - o da indiscrezioni arrivate per vie traverse -, in parte del tutto ipotetiche. Per dire: davvero ci sarà un importante budget per rinforzare la rosa nel prossimo mercato? O ancora: è possibile che Investcorp decida di abbandonare il progetto comune con l'Inter per dedicarsi alla costruzione del nuovo stadio da sola? E infine: Al Ardhi avrà un ruolo nel club e se sì, quale?
Per rispondere bisogna procedere con ordine e, dicevamo, logica: la seconda impone di pensare che un investimento di oltre un miliardo presupponga, data la natura di Investcorp, l'intenzione di iniettare denaro nel club per trarne profitto un domani. In parole povere: Investcorp è pur sempre un fondo e, come tale, quale che sia la durata del suo impegno nel Milan, lavora in ogni caso per guadagnarci. Per farlo, in un club di calcio, ha due strade: i successi sportivi, che sono in parte la conseguenza di un innalzamento importante del livello tecnico della squadra, e i ricavi da nuovi e significativi sponsor e dal riposizionamento in alto del brand Milan nel mondo. La risposta alla prima domanda, in questo senso, viene da pensare che sia sì, che la nuova proprietà possa insomma decidere di rinforzare in modo significativo la squadra per attirare sponsor di alto livello e rendere giustificata la spesa per l'acquisizione del club. Quale sarà il budget messo a disposizione di Maldini e Massara è impossibile saperlo. Ogni mossa sarà in ogni caso oculata, perché per quanti soldi possa avere la nuova - eventuale - proprietà, il Milan come ciascun altro club dovrà fare i conti con il nuovo Fair Play Finanziario e dovrà quindi prestare attenzione ai conti. Insomma, si potrà spendere, anche sfruttando l'ultima estate di transizione tra il vecchio FFP e quello nuovo, ma ogni spesa dovrà essere sostenuta da un guadagno. Di qui la necessità di uno sponsor forte che, magari, nelle intenzioni di Investcorp potrebbe addirittura accompagnarne l'operazione di acquisto del Milan.
Il capitolo del nuovo stadio non può essere slegato da questo discorso. Pensare che Investcorp possa decidere di muoversi autonomamente, abbandonando l'Inter, non è fantascienza. Il fondo del Barhain ha tra i suoi asset più importanti l'immobiliare e marchi importanti del lusso. Un nuovo impianto, possibilmente costruito in fretta e senza intoppi burocratici, accompagnato dalla famosa "cittadella del lusso" aiuterebbe ad aumentare le entrate in maniera significativa.
Infine l'ultima domanda, relativa al ruolo di Al Ardhi. Difficile dire se entrerà in prima persona in società o sceglierà uomini di fiducia, certamente è un uomo abituato a caricarsi le responsabilità sulle spalle mettendoci la faccia. Lo ha fatto, per dire, proprio con quel tweet di complimenti di qualche giorno fa. Vorrà essere presidente oltre che proprietario? Difficile dirlo. Ma questo, in fondo, è l'ultimo capitolo di una storia che, sempre "a tempo debito", racconterà eventualmente proprio lui. In prima persona, come da consuetudine, con un progetto preciso e ambizioni, sperano i tifosi milanisti, da top club.