Archiviata la pratica quarto posto con tre giornate d'anticipo, in casa Juventus i pensieri sono ora rivolti tutti alla finale di Coppa Italia dell'11 maggio. C'è da affrontare un'Inter ancora impegnata nella lotta scudetto per provare a salvare con un trofeo una stagione nel complesso deludente, dopodiché ci si potrà concentrare sul futuro. E a proposito di futuro, la gara col Venezia ha messo in luce il talento di un giovane che sembra avere tutte le carte in regola per diventare una risorsa preziosa nello scacchiere tattico di Max Allegri: Fabio Miretti.
Il centrocampista classe 2003, all'esordio da titolare dopo che aveva giocato una manciata di minuti tra campionato e Champions, è stato senza dubbio tra i migliori in campo contro i lagunari e, pur con qualche incertezza, ha dimostrato di non avere alcun timore nell'affrontare il palcoscenico della Serie A.
Anzi, a dirla tutta, Miretti ha dato l'impressione di possedere già molte delle qualità che al centrocampo bianconero sono mancate in questa stagione: si muove molto alla costante ricerca dello spazio vuoto per ricevere palla, non ha paura di prendersi la responsabilità di far partire l'azione, gioca sempre a testa alta e non disdegna le incursioni offensive. Gli manca un po' di fisicità e di strappo, ma possiede una notevole qualità di calcio e non è un caso che il gol dell'1-0 siglato da Bonucci sia nato da una sua punizione pennellata dalla trequarti.
"Mi ispiro molto a De Bruyne del City, ma nel mondo Juve faccio riferimento a Locatelli, provo a rubargli il più possibile anche nel corso degli allenamenti", sono state le sue parole a fine partita. In molti, però, nella sua parabola vi rivedono quella di un altro grande centrocampista bianconero: Claudio Marchisio. Anche lui, come il Principino, è entrato nella galassia Juve a 8 anni, ha fatto tutta la trafila delle giovanili esplodendo prima nell'Under 17 (16 gol e 6 assist nel 2019/20), poi in Primavera (6 gol e 4 assist nel 2020/21), fino a guadagnarsi un ruolo da titolare in Serie C con l'Under 23 (3 gol e 4 assist quest'anno con la squadra di Zauli), contribuendo in parallelo a trascinare la Primavera fino alla semifinale di Youth League, persa ai rigori col Benfica.
Allegri, che nel match dello Stadium lo ha lanciato titolare lasciandogli anche parecchia libertà di movimento, non si è risparmiato con i complimenti: "È uno che sa giocare a calcio, cerca sempre di giocare la palla in avanti e questo è un buon segno. Ha giocato con grande personalità, nel primo tempo la squadra si è appoggiata molto su di lui e io sono contento". Parole che suonano come un vero e proprio endorsement per il futuro, anche perché il tecnico ha poi lasciato intendere che il ragazzo non sembra aver bisogno di andare a fare esperienza altrove e non è da escludere una conferma dal 1' anche contro il Genoa. Insomma, mentre le indiscrezioni di mercato cominciano a sprecarsi e i nomi per il centrocampo si susseguono (da Pogba a Milinkovic-Savic), la Juve si guarda in casa e si coccola il suo talento, per altro recentemente blindato con un contratto fino al 2026.