Potrebbe esserci un grosso ostacolo nel processo di vendita del Chelsea. Secondo il Times, infatti, Roman Abramovich avrebbe infatto deciso di tornare sui suoi passi e rimangiarsi la promessa di cancellare un debito da 1,6 miliardi sterline (poco meno di 2 miliardi di euro) che il club ha nei suoi confronti, legato agli investimenti fatti nel corso degli anni di presidenza. Abramovich avrebbe già informato il governo britannico e i possibili acquirenti riguardo alla sua volontà di ristrutturare la modalità di cessione, includendovi il pagamento del debito dalla società che controlla il club, la Fordstam Limited, alla Camberley International Investments, anch'essa legata al magnate.
I ministri del governo Johnson sarebbero preoccupati da questa situazione, dato che l'attuale proprietario del Chelsea è sotto sanzioni e a Londra vorrebbero che tutti i proventi della vendita venissero utilizzati per cause caritatevoli, tra cui il supporto alle vittime della guerra in Ucraina.
Nei giorni scorsi un gruppo guidato dal co-proprietario dei Los Angeles Dodgers, Todd Boehly, aveva ottenuto l'esclusiva nella trattativa d'acquisto, superando nella corsa altri due gruppi legati al mondo dello sport americano: quello guidato da Stephen Pagliuca, co-proprietario dei Boston Celtics e co-presidente della società di private equity Bain Capital (nonché nuovo azionista dell’Atalanta) e quello dei co-proprietari dei Philadelphia 76ers e veterani del private equity, Josh Harris e David Blitzer.
L'orologio però fa tic-tac: la deadline per chiudere la cessione del Chelsea è fissata al 31 maggio (quando scade la licenza concessa dal governo per l'amministrazione ordinaria) e l'8 giugno è in programma un meeting della Premier League per delineare la stagione 2022/23, da cui i Blues rischiano addirittura di rimanere esclusi, se nel frattempo non dovesse arrivare una nuova licenza.