Qatar 2022, il Cile presenta ricorso contro l'Ecuador: avrebbe usato un calciatore colombiano
La federazione si rivolge alla Fifa per indagare su Byron Castillo: se venissero invalidate le partite in cui è sceso in campo la nazionale di Sanchez e Vidal potrebbe andare ai Mondiali
La federcalcio del Cile ha presentato un ricorso alla Fifa chiedendo l'esclusione dell'Ecuador dai Mondiali di Qatar 2022 per aver utilizzato un giocatore non idoneo. Secondo i cileni Byron Castillo, 8 presenze nel girone di qualificazione Conmebol, sarebbe in realtà colombiano e non avrebbe dunque i requisiti per giocare con la nazionale ecuadoregna. Il calciatore, di proprietà del Barcelona Guayaquil, è sceso in campo in entrambe le sfide contro il Cile, che ora chiede due vittorie a tavolino. Considerando che contro Perù e Colombia (quinta e sesta in classifica) non ha giocato, Sanchez e compagni potrebbero scavalcare ben tre squadre e salire al quarto posto, guadagnandosi l'accesso diretto alla fase finale dei Mondiali. Si attende la risposta della Fifa.
IL COMUNICATO DELLA FEDERCALCIO CILENA: "CASTILLO È NATO IN COLOMBIA NEL 1995"
"Si informa che, in data 4 maggio, tramite lo studio Carlezzo Abogados, abbiamo inviato una denuncia alla Commissione Disciplinare FIFA nei confronti del giocatore Byron David Castillo Segura e della Federcalcio ecuadoriana, per uso di falso certificato di nascita, falsa dichiarazione di età e falsa nazionalità da parte del citato giocatore. Comprendiamo, sulla base di tutte le informazioni e dei documenti raccolti, che i fatti sono troppo gravi e devono essere indagati a fondo dalla FIFA. Ci sono innumerevoli prove che il giocatore sia nato in Colombia, nella città di Tumaco, il 25 luglio 1995, e non il 10 novembre 1998, nella città ecuadoriana di Playas. Le indagini svolte in Ecuador, compreso un rapporto legale della Direzione Nazionale del Registro Civile, la massima autorità in materia in questo paese, hanno dichiarato l'esistenza di incongruenze nel certificato di nascita presentato dal giocatore e hanno riferito che tale documento non esisteva nei loro file interni, sottolineando altre debolezze fino a giungere alla possibilità che fosse fraudolento. Inoltre, una commissione investigativa della Federcalcio ecuadoriana, volta a chiarire le irregolarità esistenti nei registri dei giocatori davanti a questa federazione, ha concluso che il giocatore era colombiano.Tutto questo, ovviamente, era pienamente conosciuto dalla FEF (Federación Ecuatoriana de Fútbol). Il mondo del calcio non può chiudere gli occhi davanti a tante prove. Non si può accettare la pratica di gravi e consapevoli irregolarità nelle iscrizioni dei calciatori, soprattutto quando si parla di una competizione mondiale. Ci deve essere fair play dentro e fuori dal campo".