Dodici anni meno una settimana prima di Senna... la Ferrari, i suoi tifosi e la Formula Uno perdevano Gilles Villeneuve. Sono trascorsi quarant'anni e le gesta acrobatiche di Gilles volano ancora alto nell'immaginario collettivo. Quarant'anni, un numero oggi "esattamente" richiamato alla mente da quello dipinto sulla McLaren che l'allora sconosciuto canadese - cinque anni prima di lasciarci - guidò a Silverstone nel GP del suo debutto iridato, l'unico al volante di una monoposto di Formula Uno diversa dalla Ferrari. Uno spunto particolare, meno noto, per ricordarci di quel ragazzo venuto dall'altro mondo e così veloce: anche nel farsi amare, fin da subito. Uno scatto bruciante per una corsa che dura ancora.
Le 13 e 52 minuti di sabato 8 maggio 1982 valgono le 14 e 17 del 1. maggio 1994? La memoria di Gilles vale quella di Senna? Certo che sì! Due campioni molto diversi tra loro, due anniversari lontani eppure così vicini. Tali da provocare - ogni anno ai primi di maggio, nel giro di una settimana - una forte tempesta emotiva nel fondo dell'anima di chi c'era, stimolando la curiosità di chi non c'era ma vede ogni anno a maggio un padre, una madre, un fratello maggiore, uno zio, persino un nonno, farsi per qualche istante silenzioso e dolcemente malinconico. Prima che le immagini del film inizino a scorrere nella testa. Sono le proiezioni personali di un avvenimento globale. Roba comune ma al tempo stesso rara, lo stimolo a reperire le radici profonde della propria passione: quella che viaggia a milioni di chilometri dalle zone DRS, quella che non conosce "impeding" di sorta e che non va mai "under investigation".
Se la ricorrenza è rotonda (quarant'anni) e viaggia veloce sul musetto e sulla fiancata di un monoposto (la McLaren), beh il ricordo si fa ancora più presente. Gilles fece il suo esordio altri cinque anni più in là (e fanno quarantacinque): il 16 luglio del 1977, in un Gran Premio d'Inghilterra caldo ed assolato sulla pista di Silverstone che, si sa, era stata ricavata nel suo disegno iniziale dalle linee perimetrali di un aeroporto militare. Per il futuro Aviatore: una pista e basta. Gilles era stato segnalato a Teddy Mayer (oggi si direbbe il Team Principal della McLaren) da James Hunt, che verso la fine dell'estate precedente - avviato a conquistare il titolo iridato a spese di Niki Lauda - aveva preso parte in Canada ad una gara di Formula Atlantic (una sorta di Formula 2 nordamericana) vinta proprio da Villeneuve, che lo aveva impressionato.
A Silverstone Gilles ebbe a disposizione la terza McLaren-Cosworth ufficiale (la stessa che sarebbe stata affidata a Bruno Giacomelli nel GP d'Italia a Monza). Non si trattava del modello M26 affidato ai due titolari - lo stesso Hunt ed il tedesco Jochen Mass - ma di una meno aggiornata M23. Lo sconosciuto Villeneuve non ci badò più di tanto e planò sulle affollatissime prequalifiche, stampando il miglior tempo e poi centrando una clamorosa nona posizione nelle prove ufficiali (quinta fila, al suo fianco Ronnie Peterson), lasciandosi dietro il compagno di squadra Mass, per poi stupire ancora l'intero paddock, bloccando i cronometri sul miglior tempo nel warm up.
Nei primi giri del GP il canadese, stretto dentro la sua tuta ignifuga di un arancione stinto, che aveva sicuramente conosciuto giorni migliori, si destreggiò da veterano nella top ten, prima di essere costretto ai box da quello che sembrava essere un problema meccanico (in realtà un falso allarme, dovuto al malfunzionamento di una spia), che gli costò due giri di ritardo e non gli consentì di andare oltre l'undicesima piazza al traguardo del GP vinto da Hunt. Gilles sembrava destinato a trovare spazio al fianco del campione britannico nel 1978, ma Teddy Mayer finì per preferirgli Patrick Tambay, il quale aveva esordito nello stesso GP del canadese e che - cinque anni più tardi - sarebbe salito sulla Ferrari lasciata libera da Gilles dopo la tragedia di Zolder, quando la 126 C2 numero 27 decollò sulle ruote della March di Jochen Mass: ovvero il pilota che - nel 1977 a Silverstone - l'Aviatore aveva battuto in qualifica all'esordio e poi... rischiato di sostituire!
Un intreccio di nomi, "fortune" e destini probabilmente senza precedenti, nella storia della Formula Uno. In mezzo - tra Silverstone e Zolder - altri 66 GP, sei dei quali vinti. Con due pole positions ed otto giri veloci in gara, con un secondo posto nel Mondiale del 1979 alle spalle di Jody Scheckter. All'insegna di imprese sportive clamorose, guasconate pazzesche, manovre controverse. Sulle quali oggi per così dire sorvoliamo. Se le avete testimoniate dietro le reti, dalla tribuna o semplicemente davanti allo schermo, niente può essere aggiunto. E se ancora non c'eravate... il vostro papà, la vostra mamma, uno zio ferrarista o magari il nonno ve le hanno già raccontate. E poco altro può essere aggiunto. A parte il nostro: "Salut, Gilles". Quasi sull'attenti: affetto e rispetto in egual misura.