Sarebbe stato un altro Gran Premio - per la Ferrari - con uno scatto impeccabile di Sainz al semaforo? Probabilmente no, visto il passo superiore di Verstappen (e di Leclerc, naturalmente) in questo primo scorcio di stagione. Con i due primattori del Mondiale destinati sostanzialmente ad equilvalersi, sono altissime le responsabilità delle rispettive squadre, soprattutto a livello di sviluppo delle rispettive monoposto e di gestione (leggi budget cap) degli aggiornamenti, che per la Scuderia ora sono piuttosto urgenti.
Tra la Via Emilia e la Florida Red Bull ha fatto un passo avanti che la Ferrari aveva messo nel conto, avendo da tempo pianificato il primo step di svilupo per Barcellona, prossima fermata del Mondiale. Registrati e messi alle spalle gli iniziali problemi di affidabilità (doppio ko a Sakhir e ritiro di Verstappen a Melbourne), i Tori hanno ingranato le marce alte: a Miami le RB18 di Verstappen e Perez hanno "sfoggiato" velocità di punta che le hanno rese irraggiungibili (meglio: insuperabili) da parte delle Rosse. Lo si è visto nei giri finali, quando Leclerc - con l'aiutino del DRS - ha provato ad agganciare Verstappen. Riuscendoci, ma senza reali chances di affondare i colpi e segnatamente completare la manovra sorpasso.
Davanti al presidente del Cavallino Rampante John Elkann, l'obiettivo di Mattia Binotto era quello di completare l'opera iniziata brillantemente con la prima fila tutta rossa al termine delle qualifiche. A fine GP, lo stesso Team Principal di Maranello ha quantificato in un paio di decimi il vantaggio della diretta concorrenza nel weekend di Miami. Frutto degli aggiornamenti introdotti dalla Red Bull tra Imola e la Florida o semplicemente del lavoro di messa a punto per il tracciato realizzato intorno all'Hard Rock Stadium? A mischiare ulteriormente le carte (ma di sicuro non a confondere le idee ai diretti interessati) la constatazione che Verstappen ha dominato pur girando pochissimo di venerdì, mentre in gara la Ferrari ha accusato un repentino degrado della gomma media che ha permesso all'olandese di saltare Leclerc dopo nove soli giri. Salvo poi rientrare in gioco per la vittoria con il passaggio allo pneumatico hard.
Indicazioni contraddittorie e largamente insufficienti per affermare con sicurezza che il vantaggio iniziale della Ferrari si sia azzerato. D'altra parte un terreno di sfida come quello di Miami - lo si sapeva anche prima - non è l'ideale per esprimere giudizi affidabili sugli equilibri delle forze in campo. Barcellona invece lo sarà e proprio in Catalogna la Scuderia introdurrà il primo step di sviluppo della F1-75. Un'occasione da massimizzare senza più... sbalzi di temperatura tra prove e gara. Anche perché poi, nella sequenza di un Mondiale senza respiro, dopo le certezze di Barcellona arriveranno gli incerti di Montecarlo, Baku ed in un certo senso anche Montreal. Un trittico esplosivo che - ai GP estivi che seguiranno - potrebbe consegnare una classifica molto diversa da quella attuale, che resta favorevole alla Ferrari su entrambi i fronti ma decisamente più aperta rispetto di un mese fa, all’indomani della perentoria affermazione di Leclerc a Melbourne. L'ultima per il monegasco, prima dell'uno-due di Verstappen ad Imola e Miami, al quale aggiungere il successo (per nulla secondario) dell'olandese nella Sprint emiliano-romagnola.