Tra i grandi protagonisti del trionfo del Milan vi è senza alcun dubbio Mike Maignan. Il portiere francese è arrivato in città a fari spenti, nei giorni in cui si consumava il sofferto divorzio con Gigio Donnarumma e il popolo rossonero si interrogava su quale potesse essere il destino di un ruolo che, pur tra qualche passo falso e tra mille incomprensioni, aveva offerto garanzie per sei stagioni. L’ex Lille ci ha messo però pochissimo a dar prova del suo valore e nel giro di una manciata di gare è diventato uno degli idoli dei tifosi. La sua grande annata è stata poi coronata dal titolo di miglior portiere della Serie A.
Parate mai banali, leadership tra i pali e quella capacità di verticalizzare in profondità con straordinaria precisione che fa di lui un portiere estremamente moderno: sono queste le caratteristiche che hanno fatto innamorare la Milano rossonera. E che l’hanno fatta disperare quando, a inizio ottobre, Mike ha dovuto fermarsi per l’operazione al polso, saltando 9 partite tra campionato e Champions, prima di riprendere il suo posto tra i pali bruciando le tappe del recupero.
Appena 21 gol incassati in 32 partite di Serie A e ben 17 clean sheet. Il tutto condito da un paio di giocate a tutti gli effetti decisive: l’assist per Leao nell’1-0 contro la Samp a San Siro del 12 febbraio; l’eccezionale riflesso su Cabral nel match contro la Fiorentina del 1 maggio, arrivato pochi istanti prima dell’1-0 targato ancora Leao, che ha rappresentato un vero e proprio momento "sliding doors" nella corsa scudetto. Una squadra frustrata dalla difficoltà nello sbloccare una partita apparentemente maledetta, che si ritrova a un passo dalla beffa e che viene salvata da una magia del suo estremo difensore, prima di andare a prendersi la vittoria. L'immagine perfetta per un romanzo tricolore.
Per andare a cercare il pelo nell’uovo, l’unica statistica che “sporca” la stagione di Maignan è quella dei rigori parati. Uno solo, in Champions League, respinto a Salah in Liverpool-Milan del 15 settembre. Due su due incassati invece in campionato: da Pinamonti in Empoli-Milan e da Zapata in Atalanta-Milan, entrambe chiusesi comunque con la vittoria rossonera. Va però detto che dei cinque rigori fischiati contro la squadra di Pioli, ben tre sono stati calciati con Tatarusanu tra i pali.
Un commento a parte merita il portiere rumeno. L'ex Fiorentina non ha avuto uno score esattamente eccezionale quando è stato chiamato in causa, ha incassato ben 10 gol in 6 partite tra ottobre e novembre, ma in questa trionfale stagione è comunque riuscito a ritagliarsi un momento di gloria e verrà ricordato proprio per un calcio di rigore: quello parato a Lautaro Martinez nel derby d’andata, che tenne il match sull’1-1.