CORSA AL TITOLO

Milan, partito il conto alla rovescia: via alla missione scudetto

Squadra aggrappata ai senatori, che provano a trasmettere determinazione e serenità. E Pioli tiene bassa la tensione

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Adesso più delle gambe conta la testa. Per questo la finale di Coppa Italia tra Juve e Inter è stata in qualche modo "giocata" anche dal Milan. Perché sui nerazzurri, rivali per lo scudetto e attesi domenica sera a Cagliari, potrebbe pesare la fatica dei 120 tiratissimi minuti dell'Olimpico, ma avrebbe potuto incidere anche maggiormente una eventuale sconfitta a un passo dal secondo titolo stagionale. La vittoria contro i bianconeri darà al contrario ulteriore spinta ai nerazzurri e lascerà al Milan un'unica possibilità certa: ottenere, tra Atalanta e Sassuolo, i quattro punti che servono per mettere le mani sullo scudetto. 

Stefano Pioli, in questi giorni, è segnalato particolarmente silenzioso. Guarda i suoi giocatori da una distanza ravvicinata, ma non sente il bisogno di caricarli in vista dello sprint finale. La squadra, lo ha ripetuto spesso ultimamente, si sta allenando con la giusta concentrazione unita a una determinazione che, tra Lazio, Fiorentina e Verona è sembrata a tratti feroce. C'è una voglia di scudetto "che fa luce", per dirla alla Guccini, e dentro la giovinezza di mezza squadra anche la fame necessaria per provare fino in fondo ad azzannare la preda tricolore. 

Il resto lo fanno i senatori, cui il gruppo si aggrappa nei momenti più delicati. Ibrahimovic, ma anche Giroud e Florenzi, spingono i compagni, parlano con loro, provano a insegnare a tutti la gestione della tensione, la gestione delle vittorie. La squadra è raccolta attorno a se stessa, dentro un'attesa che è esaltazione e incertezza, mai paura. Ci sono i giovani, ci sono i più anziani, c'è Stefano Pioli e, con lui, come sempre, tutta la dirigenza. Maldini, innanzitutto. Anche lui parla, spiega, insegna. Lui che ha vinto e sa vincere, lui che sulle spalle, di giorni così e di vigilie così ne ha a decine. Lui che è il Milan. 

Il resto è il lavoro di sempre, l'attenzione ai dettagli, lo studio di un'avversaria che si conosce da tempo nei pregi e nei difetti e che, per forza di cose, dovrà provare a vincere. A sbattere in faccia al Milan una realtà diversa da quella che i ragazzi di Pioli si stanno immaginando. Il conto alla rovescia è partito adesso, un minuto dopo la fine di Juve-Inter. Perché in fondo dipende solo dal Milan, solo dagli ultimi 180 minuti abbondanti, solo da quei quattro, tremendissimi, punti che vogliono dire scudetto. 

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