Stefano Pioli ha sempre esaltato la forza del gruppo, l'unità di intenti dal vertice più alto della società all'ultimo dei magazzinieri, ma non c'è dubbio che uno dei segreti del Milan campione d'Italia sia l'asse di sinistra, quello formato da Theo Hernandez e Rafael Leao. La consacrazione ad altissimi livelli del terzino francese e la definitiva esplosione dell'attaccante portoghese hanno fatto fare il definitivo salto di qualità alla squadra rossonera. L'ex Real Madrid, sempre letale con la sua velocità e i suoi inserimenti, ha mostrato ampi progressi in fase difensiva, crescendo a dismisura per applicazione e senso della posizione. Alla terza stagione in rossonero, Theo ha colmato le lacune in fase difensiva e ora è tra i tre terzini sinistri più forti del mondo. In stagione ha anche guadagnato definitivamente una maglia della nazionale francese ed è diventato padre ad aprile, eventi che lo hanno fatto crescere e maturare. Cinque gol e sei assist i suoi numeri nelle 32 gare sin qua disputate. La perla il coast to coast in stile George Weah contro l'Atalanta, probabilmente la rete più bella della sua carriera.
L'arma in più del Diavolo, però, è stato senza dubbio Rafael Leao: gli 11 gol e i 10 assist in campionato non rendono appieno l'idea dell'impatto devastante del portoghese nel gioco del Milan. Accelerazioni, dribbling e giocate fenomenali ne hanno fatto il terminale dello schema vincente di Pioli. E non è un caso che nelle uniche tre giornate in cui è stato fuori per infortunio, il Milan ha conquistato solo 4 punti dei 9 punti disponibili, pareggiando con l'Udinese, perdendo con il Napoli e vincendo con l'Empoli nel turno che ha chiuso il 2021. Le sue enormi qualità, solo intraviste nella prima stagione, si sono manifestate con grande continuità in questa e ora l'ex Sporting Lisbona è diventato uno dei giocatori più decisivi e imprevedibili della Serie A. Ogni volta che prende palla semina il panico nella difesa avversaria e ne manda in tilt il dispositivo tattico. Un giocatore unico nel nostro campionato, con caratteristiche che gli permettono di fare la differenza. "Ha le qualità per arrivare sul tetto d’Europa e del mondo" la profezia di Pioli a febbraio. A soli 22 anni i margini di crescita sono ancora enormi: una maggiore freddezza davanti alla porta gli consentirebbe il definitivo salto di qualità nell'Olimpo dei più bravi. Un processo di crescita che Pioli ha saputo gestire nel migliore dei modi. Le big d'Europa, però, hanno già drizzato le antenne e ora il rinnovo del contratto in scadenza nel 2024 si fa sempre più impellente a Casa Milan.