È troppo presto per parlare di ultimatum di InvestCorp a Elliott: che la trattativa per la cessione del Milan abbia subito qualche rallentamento non è cosa di oggi, i primi 'intoppi' sono quasi di una settimana fa, tuttavia è credibile che il fondo del Bahrain sia irritato per il dilatarsi dei tempi del closing e per l'inserimento di RedBird. Bisognerà attendere comunque fine campionato, com'era logico attendersi sin dall'inizio della trattativa, per il dentro o fuori al quale Elliott dovrà giocoforza dare una risposta, positiva o negativa che sia.
Se da un lato InvestCorp è alla ricerca di quei fondi per aumentare la percentuale dell'equity, ricorrendo in forma minore ai prestiti e rassicurando ulteriormente il fondo di Paul Singer, dall'altro ha stabilito il prezzo e l'offerta per il Milan: ci potrebbe anche essere un ulteriore rilancio - senza esagerare - e a quel punto toccherà a Elliott dire sì o no. E solo allora gli arabi usciranno realmente allo scoperto.
La trattativa, dunque, può definirsi a rischio ma è prematuro parlare di ultimatum almeno sino al 23 maggio, quando i giochi per lo scudetto saranno fatti e anche Elliott avrà le idee più chiare sul futuro del Milan a corto raggio. Vero che il fondo americano non ha bisogno impellente di vendere ma sarebbe ugualmente impensabile tenersi a tutti i costi il club rossonero, viste le cifre in gioco. In una decina di giorni avremo tutte le risposte del caso.